Ospedale, i pericoli dei sotterranei

La denuncia dei tecnici Asl: pavimenti e muri rotti, soffitti cadono a pezzi

PESCARA. «Pulizia carente», muri e pavimenti «rotti», controsoffitti «pericolanti», infiltrazioni d'acqua, spuntoni di ferro e tubi di scarico ad altezza d'uomo che «ostacolano le vie di fuga». È la fotografia dei sotterranei dell'ospedale di Pescara scattata dai tecnici del dipartimento di Prevenzione della Asl. In tre pagine scritte dopo due sopralluoghi, gli esperti di sicurezza sui luoghi del lavoro mettono nero su bianco i problemi irrisolti dei seminterrati dell'ospedale e avvertono il direttore generale della Asl Claudio D'Amario, il direttore medico del presidio Valterio Fortunato e il dirigente dell'ufficio Gestione del patrimonio Vittorio Morganti: è necessario intervenire «al fine di migliorare la sicurezza dei lavoratori e degli utenti che accedono all'ospedale». Le segnalazioni risalgono al 18 maggio e al 14 giugno scorsi ma, finora, all'ospedale niente è cambiato.

REGOLE IGNORATE. I documenti dei tecnici certificano che i sotterranei dell'ospedale sono pericolosi: qui, le regole dettate dal testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (decreto legislativo 81 del 2008) non sono rispettate. Nella zona dell'atrio sotto il corpo centrale, zona sterilizzazione letti, i tecnici rilevano: «Pavimento rotto con presenza di buche, spigoli dei muri portanti rotti con ferri che fuoriescono dall'intonaco, controsoffitto rotto con doghe pericolanti poggiate a terra, paraspigoli delle pareti rotti e sporgenti, pavimento in linoleum staccato con pezzi mancanti e spigoli rialzati rispetto al pavimento». Una sequenza di trappole per gli infermieri. Così, bastano soltanto queste prime cinque righe della relazione per dire che i seminterrati dell'ospedale non sono in regola: infatti, il testo unico, nelle sue 386 pagine, impone tra l'altro che «i pavimenti dei locali devono essere fissi, stabili e antisdrucciolevoli nonché esenti da protuberanze, cavità o piani inclinati pericolosi».

PAVIMENTI ROTTI. All'ospedale accade tutto il contrario tanto che, per l'atrio di Anatomia patologica, i tecnici annotano: «Pavimentazione di cemento grezzo (mancano le mattonelle), pavimento in linoleum staccato con pezzi mancanti e spigoli rialzati, vetro rotto della porta d'ingresso della cabina elettrica». Il verbale del sopralluogo nei seminterrati prosegue: «Ingresso farmacia ospedaliera (direzione Obitorio): controsoffitto rotto pericolante con pezzi poggiati a terra, pavimento rotto con presenza di buche, carenza della segnaletica di sicurezza antincendio. Ingresso Obitorio (direzione lavanderia-cucina): controsoffitto rotto con doghe pericolanti poggiate a terra, carenza della segnaletica di sicurezza antincendio. Atrio della centrale di sterilizzazione ferri: infiltrazione d'acqua piovana con ferri sporgenti, spigolo muri portanti rotti con ferri che escono dall'intonaco, paraspigoli delle pareti rotti e sporgenti. Atrio di fronte gruppo ascensori: pavimento in linoleum staccato, tratto di parete sconnesso pericolante».

PULIZIA CARENTE. I tecnici denunciano a D'Amario, Fortunato e Morganti che la pulizia è «carente»: succede all'«ingresso cucina zona lavaggio» e all'«ingresso piazzale Obitorio». I tecnici controllano anche l'ingresso dipendenti lato silos dei parcheggi: «Corrimano delle scale che accedono al seminterrato sganciato con spigoli sporgenti taglienti, vetro rotto della porta d'ingresso, battiscopa staccati e rotti, controsoffitto con doghe mancanti e pericolanti. Zona timbro ingresso silos: spigoli dei pilastri rotti, muri sporchi con intonaci rovinati, controsoffitto rotto pericolante, tratti di pavimentazione sconnessi».

VIE DI FUGA BLOCCATE. Altri problemi emergono all'ingresso ala nord lato centrale termica: «Gradinata in ferro con pedane molto inclinate, presenza di umidità alle pareti con infiltrazioni d'acqua surgiva, pavimentazione sconnessa, presenza di tubazioni e canalette degli scarichi idrici ad altezza d'uomo che ostacolano le vie di fuga, illuminazione carente con zone completamente oscure, pozzetti di raccolta acque privi di griglia di sicurezza».

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