Penne, manifestazione per salvare il punto nascita

I grillini preannunciano un sit-in al prossimo consiglio regionale del 9 aprile «Il territorio non può perdere questo prezioso servizio per le partorienti»

PENNE. Una mobilitazione di massa verso il prossimo consiglio regionale per protestare contro la soppressione del punto nascita dell'ospedale San Massimo, di Penne. Il gruppo amici di Beppe Grillo Penne non ci sta e il prossimo 9 aprile si presenterà in massa all'Aquila, nella sede del governo regionale, per opporsi al provvedimento che, per l'ennesima volta, penalizzerà la sanità dell'intera area vestina.

La chiusura definitiva del prezioso reparto pennese, così come quella dei punti nascita di Ortona, Sulmona ed Atri, è stata decisa dai vertici della sanità abruzzese sulla base di alcuni parametri stabiliti dalla Stato in materia di riorganizzazione sanitaria. Stando alle nuove linee guida, non possono più essere operativi i reparti che effettuano meno di 500 parti l'anno e che, dunque, non garantiscono specifici standard di sicurezza per partorienti e nascituri.

La Regione, fino ad oggi, si è opposta a qualsiasi possibilità di deroga per poter salvare i punti nascita destinati alla chiusura. Per il reparto pennese, ad esempio, un appiglio importante, sottolineato da tutti i rappresentanti politici pennesi, è quello della territorialità. Il punto nascita del San Massimo, infatti, oltre a servire l'intera zona vestina ed alcuni Comuni del teramano, è fondamentale per una zona assai svantaggiata dal punto di vista della viabilità. Durante il prossimo consiglio regionale, comunque, il M5S presenterà una risoluzione per evitare la soppressione dei 4 punti nascita già condannati. Il movimento pentastellato pennese sarà presente per ribadire la propria opposizione al provvedimento della Regione.

«Il gruppo Amici di Beppe Grillo Penne», ha sottolineato la grillina vestina Stefania Altigondo, «non accetterà passivamente la decisione che priverà il polo sanitario vestino di un altro elemento. Dopo l’accorpamento di quasi tutti i reparti, la chiusura di numerosi ambulatori, il trasferimento di molte prestazioni a Pescara o a Popoli e la chiusura dell’Utic e Rianimazione, si vuol togliere anche il diritto di nascere a Penne. Non si può privare l'area dell'entroterra pescarese, di un servizio di fondamentale importanza come il punto nascite. Manifesteremo la nostra disapprovazione in ogni sede contro le politiche scellerate, presenti e passate, dei governi nazionali e regionali di Pd e centrodestra». Stando alle ultime notizie, la soppressione dei punti nascita di Penne, Sulmona, Atri ed Ortona, dovrebbe concretizzarsi il prossimo 30 settembre, con netto anticipo rispetto ai due anni inizialmente paventati dal governo regionale.

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