Penne, un milione per i lavori nel duomo

PENNE. Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha accordato un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione dei lavori di consolidamento e restauro del duomo...

PENNE. Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha accordato un finanziamento di un milione di euro per la realizzazione dei lavori di consolidamento e restauro del duomo di Penne e del Museo civico diocesano. L’importante finanziamento consentirà di consolidare e risistemare due dei più importanti beni del capoluogo vestino rimasti gravemente danneggiati dopo il terremoto che ha colpito L'Aquila il 6 aprile 2009.

Fondato nel 1971, il Museo diocesano è composto di due piani: al piano inferiore c'è la cripta del duomo, dell'VIII secolo, con affreschi realizzati tra il Duecento e il Quattrocento, mentre il piano superiore è diviso in sale tematiche comprendenti l'oreficeria sacra (dal XIV al XVIII secolo), le sculture lignee, la pinacoteca, i codici e i paramenti sacri, ed è attualmente chiuso. Il sostanzioso ed importante contributo è stato erogato a seguito di un sopralluogo del 14 ottobre 2014, cui hanno preso parte il sindaco di Penne Rocco D’Alfonso, il vescovo dell’arcidiocesi di Pescara-Penne Tommaso Valentinetti e il segretario regionale supplente per l’Abruzzo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Berardino Di Vincenzo.

Secondo le prime informazioni raccolte, i lavori di miglioramento dovrebbero iniziare già a partire dalla prossima estate. «Si tratta di una notizia di grande importanza per il patrimonio storico e culturale della nostra città», ha affermato D’Alfonso, «che premia le pressioni esercitate dalla Curia e dall’amministrazione comunale per ottenere finanziamenti per la risistemazione della cattedrale di San Massimo (duomo) e del museo. Anche il flusso di turisti nella nostra città, già in cospicuo aumento negli ultimi anni, vedrà un’ulteriore crescita in seguito al consolidamento del duomo e alla riapertura del museo».

Francesco Bellante

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