la lettera

«Per riesumare i miei familiari hanno preteso 1.200 euro»

PESCARA. Ecco la lettera della cittadina che ha fatto scattare l’inchiesta del Comune sulla gestione dei cimiteri. «Mi trovo nella situazione», si legge, «di dover riesumare le salme di tre persone...

PESCARA. Ecco la lettera della cittadina che ha fatto scattare l’inchiesta del Comune sulla gestione dei cimiteri. «Mi trovo nella situazione», si legge, «di dover riesumare le salme di tre persone care della mia famiglia: mio nonno, mio padre e mio fratello, sepolti sotto terra. Ricordo il giorno della sepoltura: quante attenzioni e premure per conservare quei corpi amati dalla corruzione della morte. La Fidia ha chiesto di recarsi presso l’amministrazione per la riesumazione e riduzioni a resti delle salme. Operazione che costa la modica cifra di 1.500 euro, in pratica un altro funerale. Tale operazione mi è costata anche un giorno di lavoro. Comunque, io lì tesa a vivere questa esperienza dolorosissima mi sento dire: “Signora era giovane? È intatto”. Si tratta di mio fratello morto a 23 anni, 32 anni fa. “Non possiamo ridurlo a resti, dobbiamo aspettare altri cinque anni”. Dopo mezz’ora, stessa scena per mio padre morto da 14 anni».

«Dopo questo increscioso rito», è scritto ancora, «mi reco dalla società Fidia per capire a questo punto cosa devo pagare, visto che la salma di mio nonno è stata ridotta a resti. Qui mi sento dire che la concessione per altri cinque anni per le altre due salme è di 1.200 euro. Devo pagare 1.200 euro per far restare nel posto dove già erano, in pace, le salme di mio padre e mio fratello (giustificando il costo per lo scavo e l’accertamento della salma: roba di 15 minuti, io ero lì presente». «Io non so», prosegue la lettera, «quali direttive ci siano state tra il Comune e la società Fidia, so solo che ora paghiamo anche l’aria che fanno prendere al morto per il suo disfacimento. Come ha potuto il Comune di Pescara, con l’allora sindaco D’Alfonso, essere così miope da affidare la gestione dei cimiteri a una società edile, dove l’etica è quella di costruire e vendere?».

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