Pescara 2012, il sindaco Mascia indagato

L'accusa è di abuso d'ufficio: non ha bandito la gara per una consulenza da 30 mila euro

PESCARA. Abuso d'ufficio: è il nome del sindaco Luigi Albore Mascia ad essere associato a uno dei reati tipici della pubblica amministrazione e a finire sul registro degli indagati per le spese del titolo sportivo Pescara 2012. Per il sindaco, eletto con il partito del Pdl nel 2009, è la prima inchiesta. Mascia è indagato nella veste di presidente del comitato promotore di Pescara 2012: un atto dovuto per una presunta irregolarità riscontrata nel ventaglio di spese da 118 mila euro dedicate a cene e ristoranti, a pubblicità e a consulenze.

Qual è l'accusa per Luigi Albore Mascia? Tempo fa il pm Anna Rita Mantini, titolare dell'inchiesta le cui indagini sono affidate alla squadra Mobile, aveva aperto un fascicolo senza ipotesi di reato muovendosi anche sugli esposti presentati dai capigruppi di Idv e Fli Adelchi Sulpizio e Massimiliano Pignoli inviati dopo il rifiuto dell'amministrazione a rendere note le carte delle spese. Sono fatture che riguardano cene, alberghi, la visita di tre giorni a Pescara della commissione Aces incaricata di verificare lo stato degli impianti sportivi e, ancora, consulenze, la promozione del titolo con bandierine, penne con il logo per un investimento costato 118.295 euro. Tutte spese in regola, per la procura, eccetto una: la consulenza da circa 30 mila euro che, per il pm, non sarebbe stata assegnata tramite una procedura di evidenza pubblica ma in maniera diretta. Non ci sarebbe stata una gara, secondo l'accusa, ma un affidamento diretto che avrebbe fatto incappare il sindaco Albore Mascia nel reato di abuso che, secondo il codice, viene commesso dal «pubblico ufficiale in violazione di norme di legge o di regolamento» e procurando «a sè o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale». Il sindaco è stato già interrogato e si è difeso.

MESI DI POLEMICHE. La richiesta pressante di accesso agli atti delle spese, il dibattito politico che si infiamma, gli esposti, la nascita di una commissione d'inchiesta interna al Comune: sono stati mesi di polemiche quelli che hanno accompagnato la vittoria del titolo Pescara 2012, il volo del sindaco verso Bruxelles per ricevere la bandiera di Città Europea dello sport il 30 novembre 2011. Un'opportunità a disposizione, si disse, un riconoscimento ufficiale alla qualità dell'impegno nello sport celebrato, poco dopo, con una cerimonia nella sala consiliare, un cena di gala costata 34 mila euro. C'è Mascia a capo del comitato promotore di Pescara 2012 ed è proprio per il ruolo di vertice ricoperto che l'abuso d'ufficio viene contestato, per il momento, solo al sindaco.

GLI ESPOSTI. Finora per il titolo di Pescara Città europea dello sport 2012 sono stati versati 227 mila euro di cui circa 118 mila euro dal Comune, 10 mila euro dalla Provincia, 30 mila euro dalla Camera di commercio e 77 mila euro dal Coni sottoforma di servizi. Al comitato promotore, infatti, appartengono oltre al sindaco-presidente anche Guerino Testa in veste di presidente della Provincia, Daniele Becci in quella di presidente dell'Ente camerale ed Enzo Imbastaro per il Coni. Quelle cifre e soprattutto il no ricevuto per 508 giorni ad accedere agli atti non hanno convinto i politici che hanno inviato due esposti accompagnati da un vespaio politico tra consigli, commissioni in Comune e richieste di scioglimento del comitato. Il primo esposto è stato quello di Sulpizio per avere il dettaglio delle spese sostenute. «E' dal mese di novembre 2010 che attendo invano la consegna della documentazione», aveva detto Sulpizio. Dopo, si è mosso anche Pignoli di Fli con l'intento, come aveva sottolineato, «di verificare se le modalità con le quali il comitato promotore ha affidato l'incarico di collaborazione a progetto a Barbara Briolini e l'incarico alla Mirus di Michele Russo per la cena di gala siano conformi alle previsioni stabilite dal codice dei contratti».

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