Pescara, addio al professor TorlontanoIl medico silenzioso di Padre Pio

Ha rivoluzionato l'ospedale di Pescara, facendolo diventare un centro di eccellenza pr l'ematologia e il trapianto di midollo osseo, di cui è stato pionier assoluto

PESCARA. Era pronto di buon mattino, elegante come sempre, per uscire e andare a comperare i giornali, rito laico quotidiano cui Glauco Torlontano non ha mai abdicato, «perché se siamo informati, e bene, siamo più forti», ammoniva sempre con il sopracciglio severo alzato durante le sue dettagliate conferenze stampa. Il dolore lo ha colto all'improvviso sull'uscio e, lucido come sempre e ottimo medico, ha capito che doveva essere qualcosa di grave. Così ha chiesto alla moglie Teresa di chiamare l'ambulanza. Se n'è andato in pochi minuti, mentre tentavano di rianimare il suo cuore grande al pronto soccorso dell'ospedale di Pescara, il «suo ospedale», la struttura sanitaria cui aveva cambiato il volto facendone un centro di eccellenza per l'ematologia e il trapianto di midollo osseo, di cui è stato un pioniere assoluto.

Torlontano aveva 87 anni, l'energia di un ragazzo e la personalità dei grandi uomini. Ha percorso la storia di Pescara dal fascismo, alla guerra, alla ricostruzione, al tramonto della prima Repubblica, sino all'ultimo con passione, rigore e grande forza intellettuale.

La medicina è il suo primo grande amore. Ematologo, diventa presto un luminare nel campo, fondando il reparto pescarese di ematologia e portandolo, alla fine degli anni '70, a livelli altissimi, punto di riferimento internazionale. Pioniere nel trapianto di midollo, i suoi interventi diventano speranza concreta contro i tumori del sangue per centinaia di malati, moltissimi bambini. Tra i pazienti anche un Santo, Padre Pio da Pietralcina che conobbe quando fu primario di medicina nell'ospedale di San Giovanni Rotondo.

Medico dunque, ma con una passione mai nascosta per il sociale, la politica sul campo, e con uno straordinario senso del bene comune. Così, a fianco alla ricerca scientifica e medica, Torlontano porta avanti battaglie per il miglioramento della sanità pubblica. A metà degli anni '80, docente universitario, è adorato dai pazienti, stimato dai colleghi-allievi e corteggiatissimo dai partiti. Nato nel Partito d'Azione, formatosi al pensiero di Foa, Parri, Ciampi, aderisce al Pci, pur senza mai rinunciare alla libertà di giudizio: carattere che rivelerà appieno in Senato, eletto nel 1987, poi ancora nel 1992 e nel 1994. Il collegio è quello della sua Pescara, dove non solo la sinistra gli dà fiducia. Dal parlamento agli scranni del consiglio comunale, dove rimane fino al 2008: il professore si dedica anima e corpo alle battaglie contro l'inquinamento, causa prima «di malattie che o uccidono o fanno vivere male», diceva. Epici i suoi scontri in aula, anche col centrosinistra, per l'adozione di drastiche misure antismog. E' sempre in prima linea sulle piazze per eclatanti proteste contro ogni esalazione nociva. Lo affianca la sua ultima creatura, il comitato Sos inquinamento, che, controcorrente, si schiera a favore della filovia: Torlontano non accettava dictat, segueiva il suo pensiero. Autonomo, libero.

Facebook.
C'è chi lascia un fiore sulla bara e si fa il segno della croce e c'è chi lascia un pensiero su Facebook accompagnato da faccine tristi. E così, tra antichi riti e nuove forme di comunicazione, la gente di Pescara saluta «il grande medico», «il grande uomo», «l'esempio», «la persona buona». Glauco Torlontano lascia un vuoto e in tanti già lo sentono e vogliono comunicarlo utilizzando anche la rete. Appena battuta la notizia della scomparsa, sul profilo del Centro in Facebook sono comparsi uno dopo l'altro i "commenti". E colpisce il senso di grave perdita per la comunità intera che i pescaresi che conoscevano l'ematologo, personalmente o per il suo impegno nella medicina e nel sociale, vogliono esprimere. «Pescara ed i pescaresi perdono una dei pochi personaggi degni di essere ricordati», osserva Davide Cocchini. Poi il rammarico di Sabina Pasquarelli: «Un altro pezzo di una vita passata se ne è andato». Il medico ha lasciato una impronta potente. «Riposi in pace un grande medico, in fatto di tumori e altro», commenta Alfonso Basilico. «Ho avuto a che fare con la sua medicina da bambina... un grande!!!», ricorda grata Patricia Pace; «Sei stato e resterai un grande uomo. Grazie a lei e alla sua equipe avete ridato la vita a mia mamma», ringrazia Simona Lullo. E ancora: «Come al solito i migliori se ne vanno! Grazie Grande Uomo per quello che hai fatto ed hai lasciato al 5º piano dell'ospedale di Pescara!!!» è il saluto di Mario de Angelis. «L'ho conosciuto 3 anni fa in reparto. Nonostante fosse in pensione si vedeva spessissimo tra i malati, quanta forza mi ha dato», rammenta Amelia de Baptistis. Francesco Di Filippo ricorda il professore come «una persona speciale e semplice come tutti i grandi. Merita di essere ricordato per la sua grande umanità e professionalità». E ancora Luca Angelucci: «Se oggi ematologia di Pescara è all'avanguardia è merito suo. Spero che i futuri medici ereditino la sua passione per il lavoro».

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