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Pescara, affare La City, gli indagati salgono a 15

La procura chiude l’inchiesta sulla nuova sede della Regione: sotto accusa per abuso l'ex sindaco Mascia e l'ex assessore Antonelli, dirigenti e imprenditori

PESCARA. Sono saliti a 15 gli indagati per l’operazione della City, l’edificio bloccato nell’area dell’ex fornace Tinaro sulla Tiburtina. Quell’edificio potrebbe ospitare la nuova sede della Regione Abruzzo: un affare da 42 milioni di euro tra la Regione e i big dell’imprenditoria pescarese. Il nuovo indagato è Gaetano Pepe, ex dirigente del Comune di Pescara che nel 2013 rilasciò i permessi di costruire dando il via libera al cambio di destinazione d’uso da uffici privati a pubblici. Una firma che concluse un iter che coinvolge i politici – l’ex sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, e l’ex assessore all’Urbanistica Marcello Antonelli, entrambi di Forza Italia – dirigenti della Regione e del Comune e noti imprenditori.

Cambio d’uso. C’è proprio la modifica della destinazione d’uso del fabbricato vicino all’aeroporto al centro dell’indagine della squadra mobile, guidata dal capo Pierfrancesco Muriana, coordinata dalle pm Annarita Mantini e Mirvana Di Serio. L’inchiesta è partita da un esposto del consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari e, adesso, è arrivata al termine: le pm hanno firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli indagati – abuso d’ufficio e abuso edilizio i reati contestati – hanno 20 giorni per presentare memorie o chiedere di essere interrogati.

L’operazione. L’inchiesta scava in un’operazione avviata nel 2010, quando la Regione dell’allora governatore di Forza Italia Gianni Chiodi pubblicò un primo bando per cercare una nuova sede già pronta. Il bando di Chiodi, però, rimase senza esito e partorì, nel 2011, una seconda selezione per trovare immobili anche in costruzione. Ed è qui che entra in causa l’Iniziative immobiliare srl, la società dell’imprenditore Marco Sciarra, guida pescarese dell’Ance, indagato per il reato di abuso edilizio con il titolare dell’impresa costruttrice, Giovanni Pagliarone della Imar (attualmente in concordato preventivo). Ora, Sciarra è socio di maggioranza della Iniziative immobiliari con il 34% delle azioni e nella società, tra gli altri, c’è anche il presidente del Pescara Daniele Sebastiani (estraneo all’indagine).

Il piano diverso. L’obiettivo iniziale di Sciarra era costruire un centro direzionale con uffici, negozi e palestra cancellando il degrado dell’ex fornace. Ma il progetto cambiò e, nel 2011, la ditta di Sciarra si candidò a ospitare la sede della Regione. Ma senza il requisito più importante, cioè la destinazione per uso pubblico. Un’assenza che fu scoperta dalla commissione tecnica regionale ma che non impedì alla proposta di Sciarra di andare avanti: Antonio Sorgi, ex superdirigente già finito ai domiciliari per l’appalto del cimitero di Francavilla, Pierluigi Caputi, ex dirigente regionale e ora direttore generale del Comune, l’ingegnere Mario Pastore e Carla Mannetti, ex Saga, sono accusati perché avrebbero «sospeso» l’iter «al solo fine di consentire al privato di avanzare istanza di variazione della destinazione urbanistica»: avrebbero, quindi, congelato la selezione in attesa del sì del Comune.

Comune sotto accusa. Contestati anche i passi successivi del percorso in Comune: politici e tecnici sono accusati di aver accordato un «ampliamento» della destinazione attraverso la corsia privilegiata di una «procedura semplificata» e ignorando il piano di rischio aeroportuale, approvato nel 2012, che vieta la realizzazione di sedi istituzionali a ridosso dello scalo. Per gli investigatori, un tecnico mandò anche all’Enac «un dato non corretto»: in quel numero, il Comune ammetteva che non c’è differenza tra un edificio privato e uno pubblico.

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