Pescara, Alessandrini: ho vinto perché la gente ha voglia di facce nuove

In un intervista a Repubblica il neoeletto sindaco parla del uturo della città, ma anche del rapporto con il governo e con la Regione. Sullo sfondo, il ricordo del padre Emilio, il magistrato ucciso dai terroristi di Prima Linea nel 1979

PESCARA. «Ho vinto perché la gente ha voglia di facce nuove». Questo il titolo dell'intervista che Repubblica dedica al neoeletto sindaco di Pescara, Marco Alessandrini. Si parla del futuro della città, ma anche dell'Italia. Sullo sfondo, il ricordo del padre Emilio, il magistrato ucciso dai terroristi di Prima Linea nel 1979. «Lunedì mattina», confida il primo cittadino al quotidiano di via Cristoforo Colombo, «sono andato a trovarlo al cimitero. Ho sentito dentro di me una grande serenità. Spero di portarmela dietro in questa avventura da sindaco».

Si parla anche del rapporto con il governo e con la Regione. «Ho votato per Renzi alle primarie», dichiara Alessandrini, «è la grande speranza per il Paese, The great white hope, per citare il film di quel pugile nero che conquista il titolo di campione mettendo fine al dominio dei bianchi. È più giovane di me e ha preso il 41%: una storia incredibile». Il neoeletto sindaco non si dice neanche deluso del fatto che il premier non sia venuto a sostenerlo. «Mi ha mandato Maria Elena Boschi, dopo l'incontro abbiamo fatto una passeggiata in città, la fermavano tutti, volevano i selfie. Anche Pinna Picierno è stata generosa». Che dire, poi su D'Alfonso? «È stato un sindaco strepitoso tra il 2003 e il 2008, lasciando un segno vero. Siamo molto diversi, mi piacerebbe fare altrettanto bene».

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