Pescara, Alessandrini stoppa la filovia. Russo: lavori quasi finiti già spesi 10 milioni di euro

Il presidente della Gtm: ormai è troppo tardi per cambiare il progetto ma io, fino a quando resterò in carica, collaborerò con Comune e Regione

PESCARA. «Per quanto mi resta, io avrò un atteggiamento di collaborazione sia con la nuova amministrazione comunale che con la nuova amministrazione regionale come è giusto che sia. E sarò ancora più collaborativo se le nuove guide politiche riusciranno a trovare il modo di migliorare il progetto della filovia, un progetto che, ribadisco, è della Regione e che la Gtm è soltanto chiamata a eseguire». Michele Russo, presidente della Gtm, la società pescarese dei trasporti con la Regione azionista unico, lo sa che le sue ore sono contate e che il suo posto sarà preso da un altro presidente nominato dal centrosinistra del governatore Luciano D’Alfonso. «Comunque», dice Russo, «come ho fatto con il precedente assessore alla Mobilità, Berardino Fiorilli, farò anche con Enzo Del Vecchio: ragioneremo insieme della mobilità di Pescara e non solo della filovia». Fatte le sue «premesse», Russo passa in rassegna le dichiarazioni del sindaco Marco Alessandrini e di Del Vecchio, entrambi d’accordo nel mettere da parte la filovia quando però i lavori sono quasi finiti: «Esprimo dubbi sul fatto che, adesso, si possano modificare in maniera sostanziale gli elementi portanti della filovia. Non lo dico io», spiega Russo, «ma la legge sugli appalti pubblici che dice che un appalto, una volta affidato, deve essere portato a termine senza modifiche sostanziali specie quando i lavori sono ormai quasi finiti altrimenti chi pagherebbe la rimozione delle opere già fatte o i danni all'impresa? Né il Comune, né Regione né Gtm possono indennizzare la ditta altrimenti interverrebbe la Corte dei Conti. E, poi, in caso di modifiche sostanziali, potrebbero esserci ricorsi, sia da parte delle ditte escluse dall’appalto che da chiunque altro avrebbe avuto interesse a partecipare».

Secondo Alessandrini e Del Vecchio, la filovia non è «moderna». «Tutti dicono che la filovia è antiquata ma non è ancora dato sapere quale mezzo sarebbe davvero moderno: io non ne ho visti tanti ma nessuno più moderno di Filò, a parte quelli che costano più di 100 milioni di euro e che non possiamo permetterci. E poi», continua Russo, «puntare su un altro mezzo senza pali e fili sarebbe di sicuro più inquinante perché marcerebbe senza elettricità ma grazie a motori diesel. La verità è che non esistono mezzi elettrici dotati di batteria dalle dimensioni sufficienti a garantire un trasporto di massa. Sarebbe una stupidaggine pensare di mettere delle navette sulla Strada parco: quel tipo di mezzi può andare bene per i piccoli tragitti in pieno centro e non sulle grandi direttrici».

Alessandrini suggerisce a D’Alfonso di «riflettere» se fermare i lavori: «I lavori sono pressoché finiti», dice Russo, «e a me non è consentito di bloccarli: se lo facessi, sarebbe un reato». Finora, sono stati spesi almeno 10 milioni di euro ma i 6 filobus,da quasi 2 milioni di euro l’uno, non sono stati ancora acquistati: «L’unico che abbiamo alla Gtm», dice Russo, «è un prototipo e non l’abbiamo pagato». Sempre Alessandrini, nella lettera a D’Alfonso, parla di «gravi anomalie» e «lavori eseguiti in modo irregolare»: «A me pare tutto il contrario», risponde Russo, «finora tutti gli intervenuti, dalla procura di Pescara al comitato regionale Via, fino all’Autorità di vigilanza sugli appalti, hanno sempre detto che l’iter è stato corretto. Ora, aspettiamo il pronunciamento del Tar ma, di fronte a organi giurisdizionali o tecnici, è stata sempre data ragione alle tesi della Gtm». ©RIPRODUZIONE RISERVATA