Pescara, Alessandrinistoppa la filovia: "Via pali e cavi dalla Strada parco"

Il nuovo sindaco scrive a D’Alfonso: troppe criticità, forse è meglio sospendere i lavori e comprare piccoli bus elettrici

PESCARA. I pali della filovia potrebbero diventare «nuovi e più economici» lampioni sulla Strada parco; no all’acquisto di «6 costosissimi filobus dall’incerta e improbabile omologazione»; il fondo della Strada parco «inadeguato» e la filovia provocherebbe «sicuri avvallamenti che comporterebbero l’immediato ritiro dei veicoli dalla circolazione». Il sindaco Pd Marco Alessandrini dice stop alla filovia e lo fa in una lettera del 23 giugno scorso inviata al presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, compagno di partito. Con i lavori quasi finiti e con almeno 10 milioni di euro già spesi, Alessandrini invoca una «rivisitazione complessiva dell’opera» e chiede un incontro a D’Alfonso, titolare della delega ai Trasporti. No ai filobus di 18 metri, scrive Alessandrini nella lettera lunga 4 pagine, ma «mezzi moderni, dotati dell’innovativo sistema di trazione ibrido-elettrica meglio instradabili nelle anguste vie cittadine, senza le superflue e costose infrastrutture aeree fisse». Alessandrini non è l’unico a pensarla così: anche il vice sindaco Enzo Del Vecchio e assessore alla Mobilità, intervistato ieri dal Centro, pensa che la filovia si possa «rimettere in discussione».

LA POSIZIONE DELLA GTM "Già spesi almeno 10 milioni di euro"

«Gravi anomalie». La lettera di Alessandrini inizia con le accuse: «Questa amministrazione è ben consapevole delle gravi anomalie progettuali e contrattuali che condizionano la realizzazione dell’appalto, i cui lavori sono stati fin qui eseguiti con lentezza esasperante e in modo irregolare». Per il sindaco la filovia in corso di realizzazione non è «moderna, innovativa, confortevole ed accessibile alle categorie disagiate e, soprattutto», prosegue, non è «sostenibile dal punto di vista dell’entità dei costi annuali di gestione e manutenzione in esercizio». I costi sono un capitolo della lettera del sindaco a D’Alfonso: «Il progetto è del tutto privo degli indispensabili fondamenti tecnico-economici con la sorprendente mancanza sia di un dettagliato piano economico-finanziario a garanzia della sussistenza di un conveniente rapporto costi/benefici per la collettività, sia dello studio preliminare di impatto ambientale».

Stop ai lavori? Alessandrini ha inviato a D’Alfonso anche un «promemoria»: una storia della filovia dove «sono riportate in dettaglio, sia pure sinteticamente, tutte le criticità rilevate dallo studio approfondito delle carte del ponderoso procedimento che suggerirebbero», dice il sindaco, «un’attenta riflessione sull’opportunità di proseguire i lavori per i motivi di allarmante preoccupazione che, a giudizio dell’amministrazione, impedirebbero la regolare entrata in esercizio dell’impianto in condizioni di sicurezza per gli utenti, i ciclisti e i pedoni».

«Strada parco inadeguata». Il sindaco parla, poi, del «problema dell’inadeguatezza strutturale del fondo stradale di via Castellammare Adriatico, ammesso dalla stessa Gtm con recente comunicato stampa del 21 maggio scorso, dopo due anni di misteri e giravolte, nel corso dei quali è stata tenuta secretata e lo è tuttora la relazione tecnica redatta, nell’aprile 2012, dalla ditta specializzata Sts Mobile di Ancona che ha curato i carotaggi e le prove di piastra e di fatica sul percorso. A parere di Gtm, i problemi strutturali, che riguardano in particolar modo Montesilvano, interessano anche il tratto pescarese» e «la formazione di sicuri avvallamenti nel manto stradale comporterebbero l'immediato ritiro del veicolo dalla circolazione con la conseguente sospensione del servizio di trasporto». È da qui che Alessandrini ipotizza che i filobus non saranno omologati: «Sussiste la preoccupazione che il sistema prescelto, come accaduto nella città di Douai ove sono stati rottamati i 10 Phileas in circolazione, non sia idoneo a conseguire il nullaosta definitivo per la sicurezza».

«Caso unico al mondo». Per Alessandrini, la filovia di Pescara è un «caso unico al mondo, in cui si tendono parzialmente i cavi elettrici aerei ben prima di sistemare a norma il fondo stradale e i marciapiedi e avere l’omologazione dei mezzi».

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