Pescara, allarme prostituzione, la polizia ai clienti: «Attenti al rischio Aids»

Rischio contagio dai rapporti, parla il capo della Squadra Mobile Muriana: «Chi va con loro può rovinarsi la vita»

PESCARA. «Molte prostitute sono tossicodipendenti. Chi va con loro, anche solo per una volta, rischia di rovinarsi la vita». Pochi giorni dopo l’appello rivolto ai potenziali clienti della prostituta affetta da Hiv ed Epatite B, scoperta dalla Mobile nel corso delle indagini che hanno portato a sgominare una banda di dieci sfruttatori, il dirigente della Mobile Pierfrancesco Muriana allarga il campo.

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E dopo aver invitato gli eventuali frequentatori della 35enne italiana a fare il test per verificare un malaugurato contagio del virus, l’investigatore va oltre. E rivela: «Che la ragazza fosse affetta da Hiv l’abbiamo scoperto per caso, perché un poliziotto che la stava controllando in ospedale, dove la donna aveva messo a segno dei furti, si è punto con la siringa che lei aveva in borsa. E sapendo dai medici che era in cura, è scattata la profilassi. Ma oltre a questo caso, e al grave rischio contagio da Hiv per i suoi clienti, va comunque ricordato che, tra le prostitute, la tossicodipendenza è ricorrente. Con tutte le patologie che questo comporta. Per loro e per chi le frequenta». «Solo in quest’ultima indagine», va avanti Muriana, «altre due prostitute romene sono risultate tossicodipendenti da eroina. È chiaro che in questo contesto i fattori di rischio per i clienti sono alti, considerando anche le precarie condizioni igieniche in cui vivono le ragazze sfruttate».

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Condizioni al limite, come la stessa squadra Mobile pescarese portò alla luce circa un anno fa rivelando uno spaccato da brividi: aborti clandestini imposti dalla gang di sfruttatori e provocati con i gastroprotettori alle ragazze che rimanevano incinte. Realtà lontane dai cittadini comuni, ma solo apparentemente. Perché seppur insospettabili, i clienti sono tanti. E a raccontarlo sono le 50 ragazze in strada censite nei mesi scorsi dalle unità di strada di Caritas e associazioni On the Road nell’hinterland pescarese e il giro di soldi che c’è intorno. Non ultimo quello smantellato dalla Mobile pescarese. Solo nel 2016, i cinque gruppi di matrice romena e albanese che gestivano le piazze della pineta e della zona stazione, avrebbero messo su 100mila euro. Prova del giro di affari, del giro di clienti e, anche, del potenziale effetto domino che un eventuale contagio potrebbe innescare. Portandosi dietro anche mogli e fidanzate. Un’eventualità evidentemente rischiosissima nel caso della prostituta affetta da Hiv ed Epatite B, tanto da aver indotto la polizia a diffondere l’appello: chi si è appartato con lei nei dintorni della stazione di Pescara si faccia il test. Anonimato garantito. Un appello che pare aver funzionato, anche se dall’ospedale pescarese non arrivano conferme ufficiali.

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Troppo delicata la circostanza e, mai come in questo caso, troppo preziosa la privacy. Garantita peraltro dal sito www.failtestanchetu.it. Un progetto ministeriale unico in Italia, portato avanti dal dottor Giustino Parruti, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive di Pescara che consente di evitare il passaggio dal medico e di prenotare il test direttamente via web, anche con uno pseudonimo che garantirà l’anonimato. Per chi avesse dei dubbi e volesse prima verificare dalla foto, se la donna con Hiv è la stessa con cui ci si è appartati, la Questura di Pescara consente di poter visionare la foto. Nell’anonimato più completo». A distanza di quattro giorni dalla notizia diffusa dopo la conferenza stampa, nessuno, però, si è ancora presentato.

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