I controlli sull'auto della donna morta (foto Giampiero Lattanzio)

Pescara, autopsia della bancaria: l'ipotesi è suicidio 

Dopo l’esame prende sempre più corpo la pista di un gesto volontario della donna di 39 anni trovata morta in bagno dall'ex fidanzato

PESCARA. Si rafforza l’ipotesi del suicidio nel giallo sulla morte di una bancaria di 39 anni, O.F., originaria di Apricena, nel Foggiano. Il suo corpo è stato trovato in casa, venerdì mattina, dall’uomo conil quale aveva avuto una relazione. Le prime risposte agli interrogativi degli investigatori sono arrivate ieri nel corso dell’autopsia, eseguita nel pomeriggio da Ildo Polidoro su disposizione di Gennaro Varone, il sostituto procuratore che si sta occupando del caso e sta coordinando le indagini della squadra mobile.
Una risposta definitiva, però, arriverà tra un paio di mesi, all’esito degli esami istologici e tossicologici, che forniranno un quadro più completo della situazione. Sarebbero stati esclusi, comunque, segni di violenza sul corpo della bancaria, che lavorava in un istituto di credito al centro di Pescara e viveva sola in via Lago di Bolsena.
Due giorni fa ha lanciato l’allarme alla polizia l’uomo con il quale aveva trascorso la notte. I due avevano avuto una relazione e, a quanto sembra, continuavano a vedersi nonostante la decisione di interrompere il rapporto, non accettata dalla donna. L’altra sera avrebbero cenato insieme a casa della 39enne, su iniziativa di lui, e avrebbero dormito insieme, almeno stando alla ricostruzione fornita al personale della squadra mobile, diretto da Pierfrancesco Muriana. Svegliandosi, attorno alle 11, l’uomo racconta di aver trovato O.F. in bagno, impiccata con una cintura ancorata ad un termosifone. L’avrebbe soccorsa, allentando la presa e portandola sul letto, per poi chiamare la questura, che ha fatto intervenire il personale del 118. Ma la donna era già morta ed è stato possibile solo constatarne il decesso.
Per ricostruire l’accaduto e stabilire come siano andate le cose la polizia ha ascoltato a lungo l’unico testimone di quanto avvenuto tra l’altra notte e venerdì mattina nell’appartamento, passando al setaccio minuziosamente le ultime ore di vita della bella bancaria, socievole e cordiale con tutti ma molto riservata sulla sua vita privata.
Dopo il ritrovamento del corpo l’alloggio a piano terra della palazzina gialla al civico 22 di via Lago di Bolsena è stato passato al setaccio dagli agenti della polizia scientifica e dagli uomini della Mobile, per rilevare eventuali anomalie tra le stanze, arredate con cura dalla donna. Controllata anche la sua auto, rimasta parcheggiata davanti all’edificio. Si è fatta subito strada l’ipotesi del suicidio, anche per via di un biglietto di addio lasciato dalla 39enne per i parenti, ai quali ha voluto chiedere scusa, e gli amici. Quel biglietto sarà sottoposto ad una perizia e saranno disposti accertamenti anche sul cellulare della donna. Questi elementi, con l’esito dell’autopsia, chiariranno i fatti. (f.bu.)
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