Pescara, contro i divieti balneatori pronti a occupare la riviera

Ultimatum della categoria ai politici: «Subito misure contro l’inquinamento». Ma Del Vecchio rassicura: «Le analisi indicano acqua pulita in tutta la costa»

PESCARA. «Se non ci darete risposte concrete per risolvere il problema del mare inquinato, occuperemo la litoranea». È una sorta di ultimatum quello lanciato ieri pomeriggio dai balneatori, riuniti in Comune per protestare contro i ritardi dell’amministrazione negli interventi per il risanamento del mare. La stagione balneare si avvicina e i titolari degli stabilimenti, dopo aver appreso dal Comune che ci vorrà almeno un anno e mezzo per avere un miglioramento della salute del mare, temono di dover trascorrere un’estate orribile come quella del 2016. Per questo, ieri pomeriggio, un nutrito gruppo di imprenditori si è presentato in Comune per far sentire la propria voce, approfittando della seduta del consiglio comunale dedicata proprio al depuratore. «Un ampliamento dell’attuale», lo ha definito il vice sindaco Enzo Del Vecchio, mentre nella delibera si parla invece di un nuovo impianto di depurazione. Per questa incertezza, il consiglio ha deciso di approvare la richiesta di sospensiva presentata dai 5 Stelle e dal centrodestra e di rinviare l’esame del provvedimento a lunedì prossimo.

«IL MARE E’ TUTTO PULITO». La buona notizia è arrivata all’apertura della seduta quando Del Vecchio è intervenuto per presentare la delibera. Davanti ai balneatori riuniti nella sala consiliare, il vice sindaco ha rivelato che le prime analisi della stagione, effettuate dall’Arta, indicano mare pulito ovunque. «I valori sono di gran lunga migliori di quelli degli anni precedenti», ha affermato, «i dati sono confermi anche in quei tratti dove l’anno scorso si erano registrate delle criticità, come all’altezza di via Mazzini, viale Muzii, via Galilei e via Balilla».

Il vice sindaco ha poi ricordato il dramma vissuto l’anno scorso con il mare spesso vietato. «L’apice di questo disastro si è riverberato nel 2016», ha detto, «abbiamo dovuto bloccare la balneazione per 48 ore ogni volta che pioveva, perché il depuratore, che è già in affanno, non riesce a gestire le migliaia di metri cubi in più di scarichi dovuti all’acqua piovana. Ma ora sono partiti i primi lavori da 8,5 milioni per l’adeguamento del depuratore e poi prenderà il via un altro intervento da 4 milioni per portare la capacità massima dell’impianto da 70mila a 75mila metri cubi con un lieve miglioramento nella depurazione».

VERTICE CON I BALNEATORI. Ma la buona notizia del mare pulito non ha tranquillizzato i titolari degli stabilimenti, che hanno chiesto ed ottenuto una sospensione del consiglio per un incontro tra i politici e la categoria. Incontro, avvenuto nella sala commissione affollata di gente, presieduto dal sindaco Marco Alessandrini , cui hanno preso parte anche il vice sindaco, alcuni assessori e consiglieri.Il primo a prendere la parola è stato Andrea Lancia, in rappresentanza della Sib Confcommercio, il quale non ha risparmiato critiche nei confronti dei politici. «Mettetevi una mano sulla coscienza, dovete risolvere il problema della balneazione», ha fatto presente l’imprenditore, «l’Abruzzo è una regione finita: in montagna non si può andare e al mare nemmeno, perché è inquinato. Bisogna porre fine a questa tragedia. Convocate un tavolo permanente per risolvere il problema inquinamento, siamo pronti ad impegnarci le nostre case, se dovessero servire dei soldi».

È suonato come un ultimatum, invece, l’intervento di Stefano Cardelli, presidente della Ciba Confartigianato. «La crisi ha colpito ferocemente anche la nostra categoria», ha spiegato, «di certo, le notizie tragiche riportate dai giornali non ci aiutano, ma anche l’aumento della Tari in questo contesto forse non andava fatto. Non credo, comunque, che sia dignitoso negare alla gente l’unica risorsa, ossia il mare. Il problema inquinamento deve essere prioritario, ma se fosse confermato effettivamente il rinvio dei lavori per l’apertura della diga foranea, sarebbe un altro duro colpo stagione turistica». Poi l’avvertimento: «Non perdete altro tempo in chiacchiere, noi non ce la facciamo più e non ci mettiamo niente a tornare ad essere scostumati. Se ci costringete, occuperemo la litoranea anche da domani».

«È un vostro dovere istituzionale intervenire», ha sottolineato Marina Dolci rappresentante di un’associazione di via. «I balneatori sono al limite della sopportazione», ha aggiunto Mario Troisi della Fiba Confesercenti, «vi prego di mettervi una mano sulla coscienza e dare il via ad interventi concreti per risolvere una volta per tutte il problema inquinamento del nostro mare».

LA RISPOSTA DEI POLITICI. Tutti si sono mostrati d’accordo nell’accogliere la richiesta, giunta dai balneatori, di convocare un tavolo con i rappresentanti della categoria per discutere le misure da adottare per la prossima estate. Il tavolo si dovrebbe riunire per la prima volta domani mattina. Il sindaco ha annunciato anche un’altra iniziativa. «Stiamo lavorando», ha rivelato Alessandrini, «per una modifica della norma che ci obbliga a far scattare i divieti di balneazione per 48 ore ogni volta che piove».

«Ci troviamo in una situazione complessa», ha osservato Guerino Testa (lista Pescara in Testa), «le cose garantite qualche mese fa non si sono avverate». «Il cantiere della diga si doveva aprire questo mese», ha ricordato Riccardo Padovano (socialisti). «Ma ci sono responsabilità della politica», ha accusato Marcello Antonelli (Forza Italia), «si voleva far passare l’opera senza la Valutazione di impatto ambientale e invece è necessaria. Si doveva dire che i tempi non sarebbero stati brevi».

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