Pescara, dai rifiuti un'altra stangata per negozi e famiglie

In consiglio l'addizionale Irpef raddoppiata e le nuove tariffe della Tari. Aumenti per quasi tutte le categorie: si salvano solo bar, ristoranti e pescherie

PESCARA. Non bastavano le stangate sulla Tasi, l’Imu e l’Irpef. Ora per i pescaresi è in arrivo anche il salasso sulla tassa dei rifiuti. Oggi il consiglio comunale esaminerà, oltre al raddoppio dell’addizionale Irpef (da 0,49 a 0,8 per cento) anche la delibera contenente le nuove tariffe della Tari (l’imposta sull’immondizia che ha sostituito da quest’anno la Tares). Ieri, le due delibere sono state approvate in commissione Finanze: hanno votato a favore solo i consiglieri di maggioranza, contrari il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Confrontando le tariffe dell’anno scorso con quelle di quest’anno si nota una raffica di aumenti che colpirà quasi tutte le categorie, dalle famiglie, alle cosiddette utenze non domestiche, cioè le varie attività lavorative. Si salveranno in pochi. Le tariffe diminuiranno solo per bar, ristoranti, pizzerie, birrerie e persino per le pescherie, ossia quelle categorie che sono state duramente tartassate l’anno scorso con la Tares. Si tratta di aumenti solo in parte mitigati dagli sconti e dalle agevolazioni che il consiglio comunale ha già provveduto a varare due settimane fa con il regolamento della Iuc (contenente le norme per l’applicazione della Tasi, dell’Imu e della Tari).

Salasso per le famiglie. Altre brutte notizie per le famiglie pescaresi che, dopo Tasi e Imu, verranno tartassate anche con la tassa sui rifiuti. La manovra del Comune, come ha spiegato ieri il presidente della commissione Finanze Giuseppe Bruno, trasferisce il peso delle spese per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di più sulle famiglie e meno sulle utenze non domestiche. In sostanza, le famiglie quest’anno si dovranno accollare il 60 per cento della spesa, contro il 40 riservato alle utenze non domestiche. L’anno scorso era il contrario. La Tari per le utenze domestiche è composta da due voci, una fissa, da moltiplicare per i metri quadrati dell’immobile e una variabile. Prendiamo ad esempio un single che ha una casa di 100 metri quadrati. La tariffa fissa è di 0,91 a metro quadro e quella variabile di 72,43 euro. Ciò significa che quest’anno dovrà pagare per i rifiuti 171,60 euro, compresa la quota del 5 per cento alla Provincia, con due rate probabilmente in scadenza a ottobre e dicembre prossimi. L’anno scorso con la Tares aveva pagato come tariffa fissa 0,84 euro a metro quadro e come variabile 49,28 euro. Totale, 139,94 euro (compreso il 5 per cento), cioè 31,65 euro in meno. Sulla stessa riga gli aumenti per una famiglia di 3 persone e una casa di 100 metri quadrati. Quest’anno pagherà di Tari 295,65 euro, contro i 233,29 dell’anno scorso con la Tares. La spesa salirà di 62,36 euro.

Utenze non domestiche. Un salasso sulla Tari è previsto anche per quasi tutte le utenze non domestiche. Facciamo alcuni esempi. L’anno scorso gli stabilimenti balneari pagavano con la Tares 2,66 euro a metro quadrato. Quest’anno con la Tari la tariffa salirà a 3,45 euro a metro quadrato. E così gli studi professionali passeranno da una tariffa di 5,78 euro a metro quadrato a 6,99 euro. I negozi di abbigliamento e calzature, da 5,07 euro a 5,79; falegnami e idraulici, da 4,10 a 6,19. Al contrario, andrà meglio per ristoranti, pizzerie e pub che passeranno da una tariffa di 31,04 euro a metro quadro a 16,99 euro. Lo stesso per bar e pasticcerie: da 22,49 a 14,81 euro. E le pescherie: da 20,05 a 15,04.

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