Pescara e Chieti, fusione di confindustria e camere di commercio L'opinione di Daniele Becci

Via al dialogo tra enti per arrivare alla fusione. Becci (foto a sinistra) e Di Lorenzo (foto a destra): "Unirsi per diventare forti". Ci vorrà tempo, ma il solco è tracciato. L'intervista al presidente della camera di commercio di Pescara

PESCARA. Daniele Becci, cosa ne pensa della possibilità di unire le Camere di commercio di Pescara e Chieti?
«Il discorso, sia chiaro, non mi coglie di sorpresa perché da mesi Pescara e Chieti stanno interagendo. Dal punto di vista tecnico, l’operazione è complessa e piuttosto lunga perché non può prescindere dall’intervento del ministero dell’Industria. Però, il fatto stesso che se ne parli pubblicamente rappresenta un successo da non trascurare».

L'INTERVISTA A Silvio Di Lorenzo

Uno degli ostacoli da superare sarà, di certo, il campanile.
«Anche il campanile deve fare i conti con i tempi che corrono. La crisi economica dell’ultimo triennio ha cambiato il modo di pensare: per tutti è diventato prioritario razionalizzare i costi, in modo da diventare più competitivi sul mercato globale. L’unione tra le due Camere permetterebbe di ridimensionare molte spese a beneficio degli iscritti. Certamente, ci vorranno tatto e intelligenza per non urtare certe sensibilità in tema di campanile, ma rispetto a 10 anni fa, quando parlare di unione era impossibile, adesso sono rose e fiori. Bisogna aggiungere un particolare: Pescara e Chieti, avendo all’incirca 40mila aziende iscritte a testa, sono Medie Camere di commercio. Unendosi passerebbero nella categoria Grandi Camere di commercio, dove ci sono vari benefici. E non solo di status».

Si parla anche di creare una sola Confindustria.
«In questo caso, la strada è lineare perché non c’è di mezzo un ministero».

Insomma, Pescara e Chieti vicine non solo dal punto di vista geografico.
«Le sinergie create negli ultimi tempi sull’asse Pescara-Chieti sono tantissime e lasciano ben sperare per il futuro. Si possono fare due esempi concreti già sotto gli occhi degli associati: il Mutual credito e la Sia, società di servizi unica partecipata dalle Unioni industriali delle due città e che guarda, senza remore, anche verso Teramo e L’Aquila».

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