Pescara e Chieti, fusione di confindustria e camere di commercio L'opinione di Silvio Di Lorenzo

Via al dialogo tra enti per arrivare alla fusione. Becci (foto a sinistra) e Di Lorenzo (foto a destra): "Unirsi per diventare forti". Ci vorrà tempo, ma il solco è tracciato. L'intervista al presidente della camera di commercio di Chieti

PESCARA. Silvio Di Lorenzo, molti sono rimasti stupiti dal suo intervento al teatro Sant’Andrea di Pescara.
«L’unione tra le Camere di commercio e le Confindustrie rappresenta il federalismo di Pescara e Chieti, città troppo vicine geograficamente per rimanere distanti negli affari e nel lavoro. L’associazione degli industriali ha portato parecchio avanti il discorso. Gli enti camerali, al contrario, si trovano alle fase embrionale perché la materia è più complessa. Non c’è da fasciarsi la testa per questo. Nella fase attuale è importante alimentare il discorso. Per le Camere di commercio, dobbiamo essere franchi: in tempi brevi non si potrà concludere alcuna fusione».

L'INTERVISTA A Daniele Becci

Che si tratti di Camera di commercio o di Unione industriale, fa piacere che il mondo produttivo di Chieti e Pescara abbia cominciato a ragionare in termini costruttivi.
«Bisogna unirsi per essere più forti e contare di più. Per gli industrali, essendo una categoria unica che dialoga con una sola lingua, tutto sarà più semplice. Nelle Camere di commercio ci sono tante categorie, spesso completamente diverse tra loro, e c’è da attendersi qualche resistenza».

Qualcuno del mondo politico potrebbe non guardare con simpatia all’unione tra gli Enti camerali. Siamo pur sempre una nazione dove i localismi impazzano.
«Bisognerà tenere conto di questo genere di ostacolo. I passi avanti compiuti negli ultimi tempi dagli industriali delle due province invita a pensare al trionfo del buonsenso nei giusti tempi. L’area metropolitana ha bisogno di esaltare le sue peculiarità e non di indebolirsi producendo doppioni inutili e non remunerativi». E qui si inserisce alla perfezione l’esempio fatto da Di Lorenzo durante il convegno di venerdì al Sant’Andrea: «A Chieti Scalo c’è già una grande sala espositiva, è inutile farne un’altra a Pescara, nella area dell’ex Cofa».

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