Pescara, epidemia di morbillo in città: 25 casi gravi

Il primario del reparto Infettivi lancia l'allarme: 75 consulenze e decine di ricoveri, ed è solo la punta dell'iceberg. La Asl: fallito il piano di prevenzione

PESCARA. I casi si stanno moltiplicando, e riguardano soprattutto adulti tra i 30 e i 40 anni non vaccinati. È il morbillo che da febbraio si sta diffondendo anche in città (in Romania ha fatto 17 morti da settembre a oggi) sotto forma di epidemia, al punto da aver fatto registrare in poco più di un mese 75 consulenze nel reparto di Infettivi dell’ospedale civile e 25 ricoveri per i casi più gravi. Quelli a rischio complicanze, respiratorie e cardiache, e che oltre alla broncopolmonite possono portare addirittura all’encefalite. «C’era da immaginarselo», commenta Carla Granchelli, direttore dell’Unità operativa Igiene Epidemiologia e Sanità pubblica della Asl pescarese, «generalmente l’epidemia di morbillo ha un ciclo ogni quattro anni. L’avevamo avuta nel 2012 ed è tornata. Per questo già a gennaio, in pieno allarme meningite, ero tornata a ricordare l’importanza del vaccino per il morbillo considerando che la fase epidemica si può bloccare solo se la popolazione ha una copertura tra il 92 e il 95 per cento. Ma il piano nazionale di eliminazione del morbillo 2010- 2015 ha fallito ed ecco il risultato: tra febbraio e marzo all’ufficio Vaccinazioni sono stati segnalati 30 casi di morbillo».

«È un’epidemia grande», conferma Giustino Parruti, primario di Malattie infettive dell’ospedale civile, «che sta riguardando soprattutto la fascia tra i 30 e i 40 anni di soggetti non vaccinati, persone finora protette dalla relativa immunità “di gregge”. Ma col calo generale delle coperture vaccinali, questa fascia scoperta dal vaccino ha contratto la malattia. Di qui i ricoveri e l’alto numero di consulenze che abbiamo avuto in reparto, ma che di fatto sono solo la punta dell’iceberg, perché da noi non sono arrivate le forme più leggere».

Una epidemia registrata anche nel reparto di Pediatria, come conferma il primario Giuliano Lombardi che pur non entrando nello specifico dei numeri ammette: «I casi di morbillo si sono ripresentati dopo anni di latitanza della malattia stessa, ma era prevedibile essendosi abbassato, a livello nazionale, il numero delle vaccinazioni. Eppure la malattia non è scevra da complicanze. In reparto abbiamo avuto lattanti con il morbillo e anche qualche broncopolmonite come complicanza della malattia. Vaccinarsi è decisivo». Ed è proprio questo il punto: con l’epidemia in corso, si è ancora in tempo per vaccinarsi? «Il morbillo è altamente contagioso», spiega il dottor Parruti, «la prima parte è catarrale, impegna occhi e bocca e il contagio avviene attraverso le goccioline liberate con la tosse. L’incubazione della malattia dura dai 5 ai 14 giorni e si è contagiosi da un paio di giorni prima dei sintomi completi. Chi non si è vaccinato e non ha nessun sintomo fa ancora in tempo per bloccarlo. Tenendo presente che sono maggiormente suscettibili i giovani. Gli anziani generalmente sono a posto, perché hanno avuto la malattia. Il problema è la fascia dei 20, 30 e 40enni che non sono vaccinati». Colpa, dice Parruti «della truffa organizzata dal medico britannico Andrew Wakefield. Il medico», spiega Parruti, «che nel 1998 pubblicò un lavoro in cui portò 12 casi di autismo sostenendo che erano conseguenza della vaccinazione da morbillo. Uno studio che uscì proprio quando la malattia stava per scomparire. Ci mancava un’ultima spintarella per debellarla con i vaccini, ma arrivò questa grande frode scientifica per la quale poi il medico fu radiato dall’Ordine e dovette anche ritrattare, nel 2011. Ma intanto si era creata la fascia di “scoperti”». Ne seguì l’epidemia del 2012 e quella in corso in queste settimane e che in Romania ha fatto già 17 vittime. In Italia per fortuna non siamo a questi livelli, e tantomeno a Pescara dove a parte qualche caso di broncopolmonite non ci sono state complicanze serie, ma il numero di casi in consulenza, come conferma il primario di Infettivi, «continua a essere numeroso». Lo stesso Parruti ricorda i sintomi del morbillo: «Tosse abbaiante associata a congiuntivite, cefalee, dolori articolari diffusi e quello che gli stessi pazienti definiscono “un senso di fuoco” e che nella fase florida rende la malattia davvero pesante». Casi che, quando non approdano in ospedale, vengono trattati da pediatri e medici di base, per poi essere segnalati all’ufficio Vaccinazioni. «I medici devono notificare ogni caso con solerzia», ricorda Carla Granchelli, «perché noi come ufficio Vaccinazioni possiamo procedere a un’indagine epidemiologica per accertare il caso e per ricercare tra i contatti della persona che ha contratto la malattia i soggetti non vaccinati, per vaccinarli. Se lo facciamo entro 48-72 ore riusciamo a bloccare il contagio». Per chi invece volesse vaccinarsi? «Bisogna prenotare chiamando dalle 11,30 alle 13 al numero 085.4253959», assicura la responsabile.

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