Pescara: Frecciabianca corto, studenti viaggiano in piedi e al freddo

Mancano i vagoni, protesta di ragazzi e genitori alla stazione ferroviaria: «Siamo rimasti al buio e senza riscaldamento fino a Ferrara»

PESCARA. Per la seconda volta in pochi giorni, la stazione si fa eco della protesta di studenti, costretti a viaggiare stipati a bordo di un Frecciabianca per Milano al quale mancano dei vagoni e quindi insufficiente ad accogliere i ragazzi diretti verso nord.
L’ultimo caso, denunciato al Centro da una mamma tanto incredula quanto infuriata, si consuma a metà pomeriggio di ieri, quando il convoglio 8828 partito da Lecce e diretto a Ferrara e già in difetto di 55 minuti arriva alla stazione centrale di Pescara alle 17,11.
Il Frecciabianca è stracolmo. E la rabbia per il ritardo accumulato si trasforma nella sorpresa quando il gruppo che sosta sulla banchina scopre l’impossibilità di salire a bordo. Ci sono una ventina di ragazzi ad aspettare.
Guadagnare la salita diventa un’impresa per molti: la protesta monta in un attimo, ma due addetti della stazione placano gli animi e invitano tutti a salire. Posti? Solo in piedi, please. Perché, spiegano, mancano due vagoni, le carrozze sono rotte. Ma è così da dieci giorni ormai.
«Mia figlia aveva il biglietto, che intero costava 53 euro, per viaggiare sulla carrozza 9 che però non c’era», racconta al Centro la signora, «mi ha raccontato che a bordo non c’era luce e che stavano viaggiando in piedi, al freddo e al buio».
Un viaggio da incubo, concluso all’arrivo, alle 20,40. C’era un’alternativa? Come no, dice la mamma della studentessa: un Interregionale con cambio a Bologna e arrivo nella notte a Ferrara, con tanti saluti all’ansia dei genitori.
L’ultima beffa: il biglietto, pagato con la Carta Freccia, consente di usufruire dello sconto, ma non del rimborso e neppure di cambiare treno, da saldare in questo caso per intero.
«Non si possono trattare le persone in questa maniera», scarica la sua rabbia la donna, «questi ragazzi fanno sacrifici e si ritrovano a viaggiare in queste condizioni». (e.r.)
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