Pescara, gli armatori: il porto è già semi-impraticabile

Nuovo allarme in relazione agli interventi di dragaggio. Gli armatori attendono la cassa integrazione da sei mesi e il fermo biologico rischia di complicare le cose

PESCARA. «Il comandante della Direzione marittima lo scorso 21 dicembre ha annunciato la conclusione del dragaggio, ma oggi, a sei mesi di distanza, il porto di Pescara è già semi-impraticabile. Il rischio è che ad ottobre lo scalo torni nelle condizioni precedenti ai lavori. Morale della favola? Tredici milioni di euro per un dragaggio inutile cui non è seguito un programma di prevenzione e manutenzione». A lanciare l'allarme è Mimmo Grosso, in rappresentanza degli armatori del porto di Pescara. «Io ho una barca da 25 metri - spiega Grosso - e già inizio ad avere problemi per quanto riguarda l'ormeggio. Il rischio è che a settembre e ottobre, mesi di pioggia, si torni punto e a capo».

Per quanto riguarda la prevenzione e la manutenzione, gli armatori ipotizzano una collaborazione tra Abruzzo e Molise, per «introdurre una draga che tutto l'anno si sposti nei diversi porti, da Giulianova a Termoli, laddove necessario. «Sarebbe un buon punto di partenza», sottolinea Grosso, «ma a questo dovrebbero affiancarsi altre soluzioni». Il rappresentante degli armatori ricorda che la marineria è ancora in attesa di percepire sei mesi di cassa integrazione. «L'anno scorso, dopo 11 mesi di stop forzato, ci siamo bloccati per un altro mese per il fermo biologico, ora dovremo fermarci altri 40 giorni per il nuovo fermo e questo complica le cose. Non abbiamo in programma nuove proteste - conclude Grosso - ma è un'indecenza, una vergogna».

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