Pescara, Grillo tenta l'Abruzzo con la sua “rivoluzione”

Comizio-spettacolo del leader M5S davanti a 10mila persone: "Basta con questa economia fossile, dobbiamo reinventare il mondo"

PESCARA. Uno spettacolo totale. Beppe Grillo arriva in camper all’imbrunire sulla spiaggia di Pescara, intona un blues come James Brown nel film di Belushi. E qualcuno forse «vede la luce». Qualcuno dei diecimila (o quindicimila) che lo hanno aspettato per qualcosa che è un po’ happening, un po’ concerto, un po’ teatro, un po’ comizio. «È bello vedervi qui», esordisce Grillo girando lo sguardo sulla piazza gremita, «ora il Tg1 dirà che c’era un metro quadrato dove non c’era nessuno» (risate e applausi). Sul palco ci sono i 16 candidati sindaci abruzzesi, i parlamentari del movimento 5 Stelle, i candidati alle europee, la candidata sindaco di Pescara Enrica Sabatini, la candidata alla presidenza della Regione Sara Marcozzi. Una nuova classe di ragazze e ragazzi, tutti molto giovani, che si sono avvicinati alla politica e stanno facendo «qualcosa che non abbiamo ancora capito», dice Grillo. Ma lo fanno prendendo voce. Imparando l’arte (nobile quando lo è) dell’invettiva. Imparandola così bene che lo stesso Grillo ci scherza su: «Mi fate paura, ero io che gridavo, ora siete voi, avete una grinta! So che fine mi farete fare: mi rottamerete, mi farete finire europarlamentare come la Zanicchi, brutti bastardi».

La piazza risponde, alza le mani, grida, vuole vedere il suo leader, gli urla cose («È l’estrema sinistra che si sta avvicinando!», scherza Beppe). Non ci sono solo giovani, ci sono uomini e donne di tutte le età, ragazze con la maglia a 5 stelle, signori con i capelli bianchi e la bandiera pentastellata sulla schiena. Gente di tutti i mestieri.

In un banchetto si raccolgono i nomi dei rappresentanti di lista, in un altro si vendono gadget a 5 stelle, spille e portachiavi, per 2 e 3 euro. «Se a Craxi tirarono le monetine a questi tiriamo il Malox», grida Grillo. Poi fissa un drone per le riprese aeree che gli ronza a un metro d’altezza: «Il drone è l’Ufo», scandisce riprendendo la metafora ormai celebre di Luciano D’Alfonso, e sarà questo l’unico accenno ai politici abruzzesi.

«Come avete visto», racconta, «ieri sono andato in tv, ma con Vespa non ho voluto infierire, perché io so come funziona la tv: spengono le telecamere e finisce la realtà: pensate, usano ancora risate registrate di gente morta dieci anni fa». Morta come è morta la sinistra «con Berlinguer», come è morto il comunismo («una buona idea applicata male»), come non è morto il capitalismo, «che non prevede la democrazia». Per questo dice Grillo, «dobbiamo reinventare il mondo, ridare un senso alla vita, una vita che non sia solo lavoro, lavoro, lavoro». Un «ricatto» il lavoro, scandisce Grillo, un circolo diabolico «che impiega saldatori romeni a Genova, lavoratori ucraini in Romania, lavoratori geogiani in Ucraina, lavoratori del Bangladesh in Georgia e in Bagladesh lavoratori del Bangladesh perché a un certo punto non c’è più nessuno dietro di te». Bisogna capire cosa vuol dire lavorare, dice Grillo, «capire se «è davvero un lavoro morire a 55 anni di silicosi». E capire cosa è questa «economia fossile» fatta di finti economisti che parlano un linguaggio incomprensibile «come quello di Vendola» (e giù risate e fischi all’esempio di linguaggio vendoliano concluso con un roboante «vaffa»).

«Non dobbiamo più permettere a questi fossili di continuare con un'economia fossile, e voi lo sapete bene che avete Ombrina qui di fronte. E non dobbiamo aver paura di loro. Sono gli stessi che quando Roosvelt si è candidato nel 1938 lo deridevano perché era un paraplegico che si accompagnava con un economista omosessuale (Keynes, ndr)». Contro di loro, contro il capitalismo arrembante e distruttivo, Grillo invoca la «parola guerriera» come quella di San Francesco (ricorda, come ha già fatto Casaleggio, di aver fondato il movimento il 4 ottobre), la «rivoluzione felice», per la quale «non ci sono alleanze» che tengano. Per esempio con il Pd. E come potrebbe essere possibile? «Renzi è un cinico», dice Grillo, «perché non ha emozioni: questi sono dei ragionieri che fanno sempre 2+2 uguale 4, ma questa è una brutta cosa perché significa aziende e persone morte. Io sbaglio e dico anche cazzate ma sono una persona ed è per questo che sbaglio».

La gente ascolta, lo applaude e si spella le mani quando Grillo racconta con autoironia la sua vita di marito e di padre, che quando esce di casa «è Gesù» e quando entra in casa è «una mezza merda», che il figlio più piccolo prende in giro se gli chiede di passargli l’acqua («la vuoi dal basso?»).

Ma è questa in fondo la comunità di «persone normali» che Grillo vuole costruire con il suo Movimento 5 Stelle. Senza sapere da dove sia partita, senza immaginare dove possa arrivare.

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