Pescara, i tecnici delle Poste protestano contro i tagli

In stato di agitazione i 7 operai che fanni funzionare le linee di smistamento per l'Abruzzo e il Molise: rischiano un taglio del 30% dell'organico

PESCARA. Sono in stato di agitazione i sette tecnici specializzati del centro di meccanizzazione postale di via Volta. Gli operai che si occupano di far funzionare le linee di smistamento della posta, nel comprensorio che comprende l’Abruzzo e il Molise, rischiano dal 1° ottobre una riduzione del 30 per cento dell’organico e una netta riduzione degli stipendi. Una situazione analoga a quella vissuta dai colleghi del resto d’Italia. Dopo lo sciopero di otto ore per turno, andato avanti nell’intera giornata di lunedì, la Fiom e la Fim preannuncia nei prossimi giorni «nuove azioni di lotta».

La vicenda dei sette tecnici del centro di meccanizzazione postale si trascina da circa due anni. Nel 2012, in seguito a un piano di ristrutturazione avviato da Poste Italiane, la gara d’appalto per la gestione dei centri di meccanizzazione postale è stata vinta dall’azienda Rti Selex Ph Facility. Ma l’appalto è stato poi sospeso a causa di un ricorso al Tar del Lazio presentato dalla ditta Stac, che aveva preso parte alla gara. A febbraio 2013 c’è stato un tentativo di sostituzione delle aziende che gestiscono la manutenzione e l'assistenza degli impianti di meccanizzazione postale, che secondo Fiom e Fim sarebbe stato affrontato «senza un confronto con le rsu». Nonostante i diversi incontri al Ministero dello Sviluppo economico con i rappresentanti della Logos (l’azienda che gestisce il servizio in subappalto dall'ottobre 2007), della Rti Selex, della Stac e delle sigle sindacali che stanno seguendo la vertenza, non è stato ancora raggiunto un accordo.

Il Tar del Lazio dovrà pronunciarsi domani e la decisione sarà effettiva dal 1° ottobre. Ma i dipendenti non condividono la proposta della ditta vincitrice della gara d’appalto: «Ci hanno preannunciato un taglio del 30 per cento del personale», spiega Giuseppe Palestini, uno dei sette tecnici che rischiano di rimanere senza lavoro, «e una riduzione degli stipendi. Il tutto senza tenere conto della qualità del servizio e della necessità degli impianti».

La richiesta del coordinamento rsu e delle organizzazioni sindacali è precisa: «Chiediamo un’assunzione di responsabilità a tutti i soggetti coinvolti, a partire da Poste Italiane, mantenendo inalterati i livelli occupazionali». ©RIPRODUZIONE RISERVATA