Pescara, i vicini di Maravalle: Massimo viveva per suo figlio

Secondo le testimonianze raccolte gli comprava regali in continuazione. Vivevano uno per l'altro

PESCARA. Nell'androne della palazzina di via Petrarca 44 ci sono ancora la bicicletta, il triciclo e la macchinina a motore che il papà aveva comprato a Maxim. Fuori alcuni inquilini in lacrime che non riescono a spiegarsi una tragedia così. «Siamo stati insieme a Maxim e alla mamma fino a dopo mezzanotte - ha detto, parlando con l’'Ansa l'inquilino dei coniugi Maravalle - per la festa di compleanno di una ragazza di 17 anni che abita nella palazzina. Erano felicissimi. Maxim giocava e sorrideva con tutti. Non c'era il papà, ma loro sono stati con noi fino alla fine. Era tardi, ma Maxim era contento. È una tragedia che non riesco - ha detto ancora il vicino dei coniugi Maravalle - a spiegarmi. Una famiglia a modo. Lui tecnico informatico, lei avvocato. Due genitori che stravedevano per il figlio. Lo avevano adottato che aveva due anni e mezzo. Avevano fatto tanti sacrifici per averlo. Erano stati più di una volta in Russia per le pratiche di adozione.

Ma soprattutto il papà viveva per il figlio. Gli comprava regali in continuazione. Vivevano uno per l'altro. Per questo tremo ancora a pensare quello che è successo». L'inquilino ha poi raccontato di aver saputo solo questa mattina, vedendo la polizia sotto casa, della tragedia. «Non pensavo veramente quello che poi mi hanno detto. Stentavo a crederci. Mi sono sentito male e i poliziotti mi volevano portare al pronto soccorso». Poi l'uomo ha raccontato di quanto riferitogli da un'altra persona che abita nel palazzo: «questa notte un'altra inquilina, la ragazza che abita al piano di sotto mi ha detto che la mamma di Maxim l'ha chiamata a casa, dicendo che il figlio non stava bene. La giovane lo ha guardato e ha visto che non si muoveva, che era morto. Il papà era nervoso, e camminava avanti e indietro, ma non diceva nulla. Poi mi ha detto che è arrivata la polizia».

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