Pescara, il cantiere Filò riparte tra vandali, ladri e contestatori

Imbrattate le pensiline e rubate le luci delle fermate, tranciati i cavi di collegamento ai pali. Russo: giovedì via ai lavori

PESCARA. Vandali, ladri e contestatori. Con i lavori bloccati, è passato nelle loro mani il cantiere della filovia sulla Strada parco. Pensiline imbrattate con le bombolette spray, rubate le luci delle fermate e cavi tranciati, è questa la cartolina che si sono trovati davanti Gtm e Balfour Beatty Rail durante il primo sopralluogo sotto i 191 pali del percorso tra viale Muzii a Pescara e viale Europa a Montesilvano dopo il via libera ai lavori arrivato dal comitato Valutazione impatto ambientale (Via) della Regione Abruzzo, nonostante le prescrizioni su inquinamento acustico e qualità dell’aria, piantare più alberi e smantellare le barriere architettoniche antidisabili. Anche ieri è stato il giorno di un altro sopralluogo per stabilire la data dell’inizio bis dei lavori: «Abbiamo svolto un sopralluogo per decidere da dove e quando riprendere», spiega il presidente della Gtm Michele Russo. Anche oggi è prevista un’altra ispezione nel cantiere da parte dei tecnici mentre domani sarà un giorno decisivo per la ripartenza dei lavori: «È in programma la firma per riconsegnare il cantiere alla Balfour Beatty», dice Russo. Poi, da giovedì, cioè tra due giorni, riprenderanno i lavori: «Si ripartirà dalle sottostazioni di via Ruggero Settimo, a Pescara, e viale Europa, a Montesilvano», afferma il presidente della Gtm. Ma entrambe le sottostazioni sono finite nel mirino dei vandali: i muri sono stati sporcati. «Poi», dice Russo, «sarà la volta della tesatura dei cavi e, per questo, saranno potati i rami degli alberi che intralciano». Ieri, invece, il Comune ha mandato una squadra di operai a tagliare la siepe: l’intervento non è legato alla ripartenza dei lavori ma l’intenzione dell’amministrazione Albore Mascia di riavviare l’opera il più presto possibile è nota. Tra un anno, quando ne saranno passati 21 dalla prima richiesta di finanziamento dell’opera risalente al 1992, la filovia potrebbe fare il suo primo viaggio dall’area di risulta-terminal bus di Pescara fino al capolinea dei Grandi alberghi a Montesilvano passando non soltanto sulla Strada parco ma immettendosi, da viale Europa fino ai Grandi alberghi, sulle vie cittadine. In mezzo, però, è necessario finire i lavori e mettere riparo ai danni provocati da vandali, ladri e contestatori. Se le pensiline imbrattate sono l’opera di writer ragazzini e se le luci sparite possono essere addebitate a ladri, per Russo, i cavi tranciati sono la deriva della protesta antifilovia: «E poi la chiamano contestazione civile», così dice Russo annunciando che i vetri imbrattati saranno puliti o sostituiti.

Se in Val Susa ci sono i No Tav, Pescara potrebbe ritrovarsi ad avere a che fare con i No Filò: il fronte dei contrari si muove anche attraverso Facebook promuovendo una raccolta fondi per sostenere il ricorso al Tar contro il pronunciamento del comitato Via. Il gruppo conta quasi 1.500 iscritti: «La Strada parco si può ancora difendere dall’idea sbagliata di trasformarla in ferrovia perché tale diventerebbe con l’ultimazione della filovia», scrive l’ambientalista Antonella De Cecco, «lo scopo del gruppo è far conoscere al resto della città le vere, e sottolineo vere, ragioni di quelli che la difendono, ragioni che non sono quelle che ci hanno appioppato nella campagna denigratoria che va avanti da anni». De Cecco ha pubblicato anche la foto del marciapiedi della Strada parco a ridosso di via Ruggero Settimo: «Manca lo spazio per le piazzole di scambio dei disabili che devono essere realizzate ogni 10 metri lungo tutto il marciapiedi. Secondo noi la barriera non è eliminabile».

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