Pescara, il distretto Asl mai aperto ma costato 3 milioni di euro

La struttura di Cepagatti fu già inaugurata nel 2004, ma da 10 anni è abbandonata. Del resto manca anche la strada per arrivarci

PESCARA. L’edificio è pronto: ci sono già le targhe appese alle porte con le indicazioni per gli uffici, a partire dal Cup e poi ambulatori, vaccinazioni, guardia medica, stanza del direttore e servizio veterinario; ci sono gli impianti elettrici, già razziati dai ladri, i condizionatori e le luci sui muri proprio sopra ai letti che avrebbero dovuto ospitare gli anziani già da 10 anni; le cartelle cliniche di chissà quali pazienti di Cardiologia, Psichiatria e Medicina legale custodite nelle stanze invase dai topi; gli estintori, dentro e anche fuori, perché la legge sulla sicurezza deve essere rispettata anche in quest’immobile fantasma. Tre piani, per più di mille metri quadrati, talmente pronti che sono stati inaugurati già una volta, nel 2004. Ma dopo il taglio del nastro, gli applausi e i discorsi, il distretto sanitario-rsa di Cepagatti, tra gli orti e le villette di via Piano Ripa, non è mai stato aperto.

Senza strada. Del resto, per arrivarci si passa ancora su una mulattiera visto che manca la strada asfaltata. Danno e beffa per i residenti di Cepagatti e per gli altri 10 mila della zona, costretti a curarsi ancora nel vecchio distretto di via Duca degli Abruzzi, un ex centro antitubercolare, che cade e pezzi: non è un modo di dire perché «fatiscente» è la parola che usano anche i carabinieri del Nas e, almeno dal 2001, il distretto risulta «carente dei requisiti minimi strutturali e igienico sanitari» e «non è mai stato oggetto di opere di ristrutturazione e adeguamento per quanto ne sappia il Comune».

Danni per 600 mila euro. Ma tenere chiusa per 10 anni una struttura appena finita e costata 3 milioni di euro ha un prezzo? Una risposta c’è: almeno 600 mila euro. È questa la cifra che la Asl di Pescara è stata costretta a stanziare per i lavori bis, necessari a «riparare una struttura nuova», questo il paradosso scoperto dai Nas che hanno indagato sull’immobile.

Buco nel recinto e porte. L’edificio è finito in mano a vandali e ladri: entrano da un buco nel recinto e poi da una porta in vetro sfondata, la stessa che abbiamo usato anche noi. Non è difficile: basta piegarsi. Così si entra nel mostro generato dai corti circuiti della pubblica amministrazione. Eccoli i corridoi bui con i controsoffitti rotti e i cavi tranciati, le scritte sui muri, le cabine elettriche saccheggiate. Per il pm Gennaro Varone, il caso di Cepagatti è «espressione di cattiva gestione della cosa pubblica» e «mala amministrazione».

Ma anche gli inquirenti alzano le mani davanti allo spreco decennale: l’indagine, avviata da un esposto del sindacato della sanità Fials, è finita senza colpevoli nonostante i soldi pubblici già spesi e che saranno ancora spesi. L’inchiesta è stata archiviata perché «il fatto non è attribuibile alla consapevole volontà di sfruttare» i ruoli pubblici della Asl. Nessun reato, soltanto negligenza.

Con la telecamera nel distretto Asl mai aperto a Cepagatti
Tre piani, per più di mille metri quadrati, talmente pronti da essere inaugurati già una volta. Ma dal 2004 a oggi il distretto sanitario-rsa di Cepagatti, tra gli orti e le villette di via Piano Ripa, non è mai stato aperto. Del resto non c'è nemmeno la strada per raggiungerlo. E in 10 anni la struttura è stata preda dei vandali e per rimetterla a posto servono ancora 600 mila euro (a cura di Pietro Lambertini)

Verbale Nas. Ma la relazione dei carabinieri del Nas, risalente al 2012 e all’epoca coordinati dal capitano Marcello Sciarappa, non lascia dubbi su un altro monumento agli sprechi della sanità e ipotizza addirittura che, senza l’inchiesta, i lavori a Piano Ripa non sarebbero nemmeno ripartiti e il distretto-rsa sarebbe rimasto un’incompiuta chissà fino a quando: «Solo oggi, evidentemente sollecitata anche dall’intervento dei Nas, la direzione generale ha avviato le procedure per il trasferimento del dsb nell’edificio rsa secondo un programma d’intervento che comporterà un ulteriore esborso di denaro pubblico per riparare una struttura nuova, quando già dal 28 settembre 2009, in sede di presentazione del cronoprogramma di adeguamento a corredo della domanda per il rilascio dell’autorizzazione all’esercizio aveva espresso tale intenzione».

Altri 4 anni persi. «In conclusione», dicono i Nas, «oggi il dsb continua a essere allocato nel medesimo edificio fatiscente e quello realizzato per la rsa è inutilizzato fin dal sua costruzione e per questo soggetto a danni derivanti da atti vandalici e da intemperie».

Danni su danni. Infiltrazioni d’acqua con i muri che già si sbriciolano, pareti imbrattate e porte e vetri spaccati dai vandali, quadri elettrici distrutti e razziati dai ladri, danni alle strumentazioni sanitarie, cortile con i lampioni rotti e ricoperto dai rovi alti tre metri: questo è il distretto-rsa. I progettisti, l’architetto Carmine Brandi e l’ingegnere Roberto Brandi della Società italiana servizi di Chieti, hanno preparato la lista dei lavori da (ri)fare: 8 pagine. «Il fabbricato presenta evidenti e diffuse infiltrazioni di acqua e gli impianti, in particolare elettrico, sono stati oggetto di danneggiamenti e furti».

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