Pescara, il porto insabbiato è costato 90 milioni in un anno

E le imprese sono ancora al palo con zero utili. La draga è ferma alla banchina, la Sidra assicura: "S’inizia a scavare il 1° marzo"

PESCARA. In un anno di chiusura del porto sono stati bruciati 90 milioni di euro, quasi il doppio delle perdite quantificate l’estate scorsa. Tra le 51 imprese di pesca costrette ad avvolgere le reti nella stiva e restare ferme per 12 mesi alla banchina, il mercato ittico che ha chiuso i battenti lasciando i dieci dipendenti della cooperativa Nuovo progresso senza lavoro, il collegamento marittimo con la Croazia andato perso, il crollo delle prenotazioni registrate negli alberghi della costa, le società dell’indotto petrolifero costrette a segnare zero sulla riga degli utili e i cento dipendenti del settore commerciale rimasti senza commesse e ammortizzatori sociali, l’elenco dei danni determinati dal mancato dragaggio dello scalo somiglia a un bollettino da guerra destinato ad aumentare ancora.

La lista dei danni. A lanciare l’allarme è Mimmo Grosso dell’associazione armatori, che ha sommato il passivo di ogni marinaio con le perdite degli operatori commerciali che ruotano intorno al porto. «La tragedia», spiega, «è che non sappiamo ancora quando vedremo la luce alla fine del tunnel. Non ci hanno detto ancora quando potremo tornare in mare e quando si inizierà a scavare. Secondo noi non prima della fine di aprile, ma la conferma non ce l’ha data nessuno, né la Direzione marittima e né la Sidra».

I lavori di dragaggio. Il mezzo marittimo della Sidra, la società romana che si è aggiudicata l’appalto dello scalo, è fermo a Pescara da lunedì mattina. La fase di caratterizzazione, ossia quella legata alle analisi dei sedimenti e alle misurazioni batimetriche dei fondali, è terminata. Ma come rendono noto il comandante della Capitaneria Luciano Pozzolano e l’ingegnere Alberto Marconi della direzione marittima e ambientale della Sidra, occorreranno due settimane di tempo per conoscere i risultati e riprendere le operazioni. «Non vorrei smentirmi», si lascia andare Pozzolano, «ma nella migliore delle ipotesi si inizierà a scavare il 1° marzo». «Noi siamo già pronti», assicura invece Marconi, «devono solo darci l’ok per iniziare a prelevare i fanghi. Il motopontone, ossia il mezzo marittimo già presente in porto, porterà a termine da solo la prima fase di intervento, quella più urgente che dovrà consentire alle barche di riprendere a navigare». In base alle stime della Sidra, infatti, la draga inizierà a prendere i sedimenti accumulati lungo l’imboccatura del porto, in modo da scavare un corridoio di transito che permette alle barche di entrare e uscire in sicurezza. «Questa tranche iniziale», sottolinea Marconi, «consentirà di portare via non più di 25mila metri cubi di materiali, facendo in modo che la profondità dei fondali raggiunga almeno tre metri e mezzo, per una larghezza di 30/40 metri».

Le incognite sulla riapertura. I marinai non hanno dimenticato la promessa fatta dal sottosegretario Guido Improta durante il suo incontro a Pescara di inizio gennaio, pochi giorni prima della consegna ufficiale dei lavori, quando aveva annunciato in pompa magna il ritorno in mare il 16 marzo e il completamento dell’intero cantiere (200mila metri cubi di sedimenti) in 85 giorni, quindi a metà aprile. «Secondo i nostri calcoli», aggiunge Mimmo Grosso, «la riapertura del porto slitterà alla fine di aprile. Ma attendiamo una risposta ufficiale».

Gli aiuti economici. I 166 lavoratori dipendenti che un tempo si davano da fare sulle barche stanno aspettando l’erogazione della cassa integrazione arretrata (1.800 euro per i mesi di ottobre, novembre e dicembre), mentre un grosso punto interrogativo pende su quei 3 milioni di euro, previsti nel decreto sviluppo, necessari per risollevare le sorti della marineria in crisi. Per questa ragione stamattina il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani incontrerà il presidente della Provincia Guerino Testa e i rappresentanti dei pescatori alle 11. Saranno presenti l'assessore regionale con delega alla Pesca Mauro Febbo e il comandante Pozzolano. Alle 12 è in programma un secondo incontro con i rappresentanti delle associazioni di categoria locali (Unione degli industriali, Camera di commercio, Coldiretti, Associazione artigianato, Compagnie delle opere, Associazione piccole e medie industrie, Cna, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti, Coldiretti, Unione agricoltori, Lega coop, Associazione generale cooperative italiane, Confcooperative, Upap e Claai).

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