i controlli

Pescara, il sansificio verrà riacceso tra una settimana

La Provincia: «L’impianto è ancora spento, tornerà in funzione per ripetere le analisi dei fumi»

PESCARA. Il sansificio Schiavone biocalore è ancora spento. Lo confermano fonti dell’amministrazione provinciale rassicurando così quei cittadini che, in questi giorni, hanno segnalato di nuovo lo stesso cattivo odore che avevano riscontrato a dicembre quando lo stabilimento era in funzione.

Ma lo stop ha le ore contate. Fonti della Provincia hanno fatto sapere ieri che il sansificio verrà riacceso entro la prossima settimana per consentire lo svolgimento di nuove analisi dei fumi. «Rimarrà in funzione per qualche giorno», hanno spiegato dalla Provincia, «far andare a regime gli impianti ed effettuare così i controlli». Se questi dovessero poi risultare favorevoli, il sansificio potrà tornare a lavorare regolarmente. Lo stabilimento risulta spento da cinquanta giorni. Più precisamente, dal 15 gennaio scorso, da quando era stato effettuato il primo esame delle emissioni in atmosfera. E il 3 febbraio scorso erano stati resi noti i risultati. Dalle analisi era emerso il superamento dei limiti fissati per il monossido di carbonio e il carbonio organico totale. Più precisamente, 1.963 microgrammi per metro cubo del monossido di carbonio, contro il limite di 800 e 366 microgrammi per metro cubo di carbonio organico totale, contro il tetto da non superare di 140.

In quell’occasione, però, il consulente dell’azienda aveva fatto presente che i superamenti sarebbero stati determinati dal malfunzionamento dell’impianto di abbattimento delle emissioni. Anomalia, che era stata formalmente segnalata dall’azienda già nella serata del giorno in cui era stato effettuato il campionamento e poi risolta nel giro di poco tempo.

Per questo motivo la Provincia, dopo aver sentito l’Arta, aveva concordato con i tecnici dell’azienda regionale per la tutela ambientale di richiedere all’impresa di non procedere alla riattivazione dell’impianto, anche in vista di un incontro tra Provincia, Arta e azienda che si era poi svolto il 10 febbraio scorso. In quella sede era stato richiesto la ripetizione delle analisi.

Ma già nel dicembre scorso, quando la città fu invasa da una puzza nauseabonda, vennero riscontrati alcuni problemi all’impianto. Anche allora, nelle analisi effettuate dall’Arta, si registrarono valori superiori ai limiti nelle emissioni di carbonio organico totale. Ma il provvedimento di revoca dell’autorizzazione venne emanato dalla Provincia per un giorno solo per il fatto che la postazione di campionamento del punto di emissione non risultò a norma. Problema poi immediatamente risolto dall’azienda. (a.ben.)

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