Pescara, la Asl: «Nessuna relazione tra mare sporco e salute»

Il Dipartimento di Igiene rende noti i dati sugli accessi in ospedale dell'estate 2016: «Valori in diminuzione. Non è vero che ci sono più malati per l'inquinamento»

PESCARA. A sette mesi dalla conclusione della precedente stagione balneare e a poche settimane dall’avvio di quella nuova, la Asl ha reso noto uno studio contenente i dati sugli accessi al Pronto soccorso e dei ricoveri in ospedale tra giugno e settembre degli ultimi tre anni. Dati richiesti e ottenuti, dopo numerosi solleciti, dal consigliere comunale delegato al mare, nonché presidente della cooperativa Balnearia servizi, Riccardo Padovano.

L’obiettivo è dimostrare che non c’è stata alcuna relazione tra il mare inquinato e quei presunti casi di dermatiti e infezioni denunciati l’anno scorso da alcuni cittadini. E il risultato cui giungono il direttore del Dipartimento di prevenzione Antonio Caponetti e la direttrice del Servizio d’igiene, epidemiologia e sanità pubblica Carla Granchelli è proprio quello sperato. «Dalle analisi dei dati», si legge nella parte conclusiva del documento, «si può concludere che si è registrato un numero di accessi al Pronto soccorso e di ricoveri in diminuzione rispetto all’anno precedente e che non si è evidenziato alcun dato statisticamente significativo per ritenere l’inquinamento del mare determinante negativo per la salute della popolazione nella stagione 2016». E ancora: «L’esiguo numero delle segnalazioni ci permette di escludere qualsiasi andamento epidemico e gli sporadici casi registrati restano legati ad eventi tipici della stagione estiva».

Da qui il report che indica 17.235 accessi al Pronto soccorso nel periodo da giugno a settembre del 2016, contro i 18.633 del 2015 e i 18.454 del 2014. In lieve diminuzione anche i ricoveri nello stesso periodo di pazienti provenienti dal Pronto soccorso: 2.879 nel 2016, 2.997 nel 2015 e 2.879 nel 2014.

«Questa relazione», fa notare Padovano, «che prima di fomentare allarmi e paure è indispensabile rivolgersi a chi ha competenza in campo sanitario, soprattutto quando c’è la salute al centro dell’attenzione». Di tutt’altro tenore il commento giunto dal Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua: «I dati Asl ed epidemilogia fai-da-te sono al limite della farsa. Ai fini dell’interpretazione dei nessi causali tra esposizione, malattie ed eventuali trend questi dati valgono zero, anzi sono fuorvianti. Magari, le poche segnalazioni di malattie potenzialmente ricollegabili alla balneazione dimostrano solo che i divieti hanno funzionato». (a.ben.)

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