Pescara, la Corte dei conti: "Il bilancio 2012 è irregolare". Comune sorvegliato speciale

La magistratura contabile boccia il rendiconto della passata amministrazione. Mascia: "Valuteremo le iniziative intraprese dal consiglio monitorando l’andamento nei successivi esercizi"

PESCARA. Il bilancio del Comune è finito di nuovo nella bufera. La Corte dei conti ha bocciato il rendiconto 2012 dell’amministrazione Mascia, da tempo sotto osservazione, segnalando una serie di «irregolarità/criticità». E ora l’ente è, di fatto, sotto sorveglianza. Una tegola per l’amministrazione comunale, che aveva già denunciato nei mesi scorsi gravi problemi nei conti ereditati dalla precedente giunta, arrivando ad ipotizzare addirittura il rischio di predissesto finanziario. Poi, sono state aumentate tutte le tasse locali e questo rischio è rientrato. Ora, un nuovo problema. La Corte dei conti ha passato al setaccio il bilancio 2012 e ha emesso una sorta di sentenza. Sentenza che risale al 22 ottobre scorso, quando si è riunita la sezione regionale di controllo per l’Abruzzo in camera di consiglio, composta da Maria Giovanna Giordano, presidente, Lucilla Valente, Giovanni Mocci, Nicola Di Giannantonio, Angelo Maria Quaglini.

L’analisi dei magistrati contabili parte innanzitutto con una critica ai revisori dei conti del Comune per non aver rilevato gravi irregolarità nel rendiconto del 2012. «L’organo di revisione», si legge, «ha certificato di non aver rilevato gravi irregolarità e di non aver suggerito, di conseguenza, misure correttive da adottare».

Ma la realtà, a detta della Corte dei conti, sarebbe ben diversa. «Tuttavia, dall’analisi della relazione dell’organo di revisione», spiegano i magistrati, «emergono le seguenti irregolarità/criticità». Da qui un lungo elenco. «Il rendiconto 2012», fa presente la Corte dei conti, «è stato approvato con deliberazione numero 48, del 3 giugno 2013, oltre il termine del 30 aprile 2013 fissato per la relativa presentazione».

Il provvedimento prosegue affrontando la questione dell’«utilizzo per cassa, al 31 dicembre 2012, di fondi aventi specifica destinazione per impieghi di parte corrente». «L’ammontare dei fondi non ricostituiti al 31 dicembre 2012», fanno notare i magistrati, «è pari a 21.553.218,06 euro». Ulteriori irregolarità sono state riscontrate nelle «somme iscritte a ruolo al primo gennaio 2012, provenienti da esercizi ante-2008, pari a 3.178.000 euro e conservate al 31 dicembre 2012 per 2.804.419 euro».

L’elenco delle criticità/irregolarità continua: «Presenza di residui attivi e passivi risalente ad esercizi precedenti al 2009; riconoscimento, nel corso del 2012, di debiti fuori bilancio per 2.240.941,71 euro; l’inesistenza di debiti fuori bilancio, al 31 dicembre 2012, non risulta dal rilascio delle relative attestazioni da parte dei responsabili dei servizi; l’ente ha conseguito, in sede di rendiconto 2012, un rapporto tra la spesa di personale e la spesa corrente superiore al 50 per cento». E ancora: «Mancata coincidenza del totale dei crediti al 31 dicembre 2012, indicato nel conto del patrimonio, con il totale dei residui attivi risultante dal prospetto dell’anzianità dei residui; mancata trasmissione alla sezione dei chiarimenti sulle osservazioni al questionario al rendiconto 2011».

A questo punto, la «condanna» della Corte dei conti. «In relazione alle criticità segnalate», avvertono i magistrati, «l’ente è tenuto a porre in essere azioni volte a favorire la riconduzione delle stesse entro i parametri di una migliore gestione finanziaria e contabile al fine di salvaguardare, anche per gli esercizi successivi, il rispetto dei necessari equilibri di bilancio e dei principali vincoli posti a salvaguardia delle esigenze di coordinamento della finanza pubblica». «A tal fine», conclude la Corte dei conti, «questa sezione valuterà le iniziative intraprese dal consiglio comunale e le relative ricadute di carattere finanziario, monitorandone l’andamento nei successivi esercizi».

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