Pescara, la rivelazione choc: “Dopo il figlio, Maravalle voleva uccidere la moglie”

La circostanza è confermata dallo stesso omicida e dalla testimonianza dalla moglie. Intanto le autorità russe si rivolgono a Renzi e c’è chi chiede una stretta sulle adozioni da parte di italiani

PESCARA. “Dopo aver ucciso il figlio di 5 anni è andato in camera da letto per soffocare con una busta anche la moglie”. È la ricostruzione choc fatta dagli inquirenti, confermata anche durante l’interrogatorio di garanzia e dalla stessa consorte, della notte di follia in cui Massimo Maravalle ha spezzato la vita di Maxim, bambino di origini russe adottato dalla famiglia di Pescara. Il bimbo di 5 anni dunque non doveva essere l’unica vittima del tecnico informatico di 47 anni affetto da disturbo psicotico atipico. Anche la moglie, l’avvocato Patrizia Silvestri, ha rischiato la vita in quel drammatico 18 luglio.

Ad avvalorare la tesi degli inquirenti è proprio l’omicida. Durante l’interrogatorio con il giudice Gianluca Sarandrea, Maravalle ha confermato che non voleva uccidere solo il figlio. Probabilmente vittima di terribili allucinazioni, causate dalla mancata assunzione di un farmaco, voleva uccidere anche la moglie. Il tutto perché voleva “preservare” i due da presunti complotti orditi ai loro danni.

E ulteriore conferma arriva dalla testimonianza della moglie. La donna, ricostruendo quella notte, ha riferito alla polizia di essere stata svegliata all’improvviso da alcuni rumori. E di aver trovato il marito con una busta di plastica in mano. L’uomo le avrebbe anche chiesto di infilarci dentro la testa. Ed è dopo questa richiesta che la donna si è precipitata nella stanza del bimbo ormai privo di vita.

Intanto la tragica morte di Maxim è stata trattata dalla stampa russa. Secondo quanto riferisce il giornale “Rossijskaia gazieta”, organo del governo russo, le autorità giudiziarie della regione Russa di Amur, stanno esaminando i documenti per l'adozione di Maxim, presentati nel 2012 dai funzionari statali locali alla Corte suprema regionale di Amur, la quale aveva autorizzato l'adozione del bambino da parte della famiglia italiana. Il giornale riferisce anche che il Commissario per i diritti dei bambini, Pavel Astakhov, ha chiesto al premier italiano Matteo Renzi di prendere sotto il suo controllo personale l'andamento delle indagini sulla tragica morte del bambino russo.

Dal canto suo, Elena Mizulina, capo della commissione parlamentare della Duma (camera bassa del parlamento russo) per le questioni della famiglia, delle donne e dei bambini, ha proposto di irrigidire le modalità che i cittadini italiani devono rispettare per ottenere l'adozione di bambini russi, dato che l'Italia sta al primo posto per il numero dei bambini russi adottati. Negli ultimi dieci anni i cittadini italiani hanno adottato oltre seimila bambini russi. Inoltre - sempre secondo quanto riportato dal giornale - secondo una nota giurista russa Alla Dzugaieva, esperta di adozioni stranieri, nelle competenze dei funzionari statali russi, addetti alle adozioni degli stranieri, non entra il compito di verificare la capacità di intendere e di volere dei genitori stranieri. «A loro spetta solo esaminare attentamente i documenti presentati dagli italiani per accertarsi che questi documenti rispettino le norme della legge sulle adozioni», sostiene la giurista.

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