Pescara, la sfida di Mascia: io più forte, Testa rinunci

Il sindaco ha lanciato un ennesimo appello all’unità al presidente della Provincia, affinché faccia un passo indietro e rinunci a correre per fare il sindaco. Appello respinto immediatamente al mittente: Testa ha riferito al Centro che non intende affatto rinunciare alla candidatura

PESCARA. «Il rapporto umano con Guerino Testa non è mai mancato. Abbiamo lavorato insieme per 5 anni e non si capisce perché un ragazzo giovane non accetti la regola umana di aspettare il suo momento». Sono le parole pronunciate ieri mattina da Luigi Albore Mascia durante la cerimonia all’Aurum per annunciare la sua candidatura. Il sindaco ha lanciato un ennesimo appello all’unità al presidente della Provincia, affinché faccia un passo indietro e rinunci a correre per fare il sindaco. Appello respinto immediatamente al mittente, perché Testa, nel pomeriggio, ha riferito al Centro che non intende affatto rinunciare alla candidatura. Ha poi usato parole di fuoco nei confronti del suo «amico Mascia». «La cerimonia di oggi (ieri, ndr) è stata una fiera dell’ipocrisia», ha detto, «perché erano presenti anche diverse persone che non vedono bene la candidatura di Luigi».

E ancora: «Io, dopo aver fatto una convention con 1.200 persone una settimana fa, a che pro dovrei tirarmi indietro? Pensi lui a tirarsi indietro». Parole dure che però non offuscano la festa di ieri all’Aurum. In realtà, ci doveva essere una conferenza stampa per l’annuncio della candidatura di Mascia, invece si è svolta una convention politica in piena regola con una folla di sostenitori, semplici cittadini e politici, in una delle sale più grandi dell’Aurum. C’erano diversi parlamentari, tra cui anche il senatore Antonio Razzi, assessori comunali e provinciali, consiglieri di Forza Italia, Pescara futura e Fratelli d’Italia-An, cioè i tre partiti che sostengono Mascia. Nessuno, invece, del Nuovo centrodestra, cioè il partito che ha lanciato la corsa di Testa. Mancava anche il presidente della Regione, di Forza Italia, Gianni Chiodi e la sua assenza ha creato anche qualche irritazione tra i presenti.

La convention è cominciata con un intervento del coordinatore regionale dei forzisti Nazario Pagano, il quale ha presentato la candidatura di Mascia con un entusiasmo che puntava, forse, a cancellare ogni dubbio sul suo sostegno al sindaco. «A Pescara», ha affermato, «abbiamo ben governato per cinque anni ed è giusto che venga ricandidato Luigi Albore Mascia. Abbiamo lavorato tanto e abbiamo fatto il possibile per garantire l’unità e avere una squadra coesa attorno alla figura di Mascia. Continueremo a lavorare in tal senso, il nostro candidato è Mascia e con lui ci prepariamo ad amministrare per altri cinque anni». «L’obiettivo», ha proseguito, «è far convergere tutte le forze su Luigi, un sindaco che, in una situazione non facile, ha realizzato opere straordinarie. Luigi è una persona perbene, era ora che Pescara venisse governata da un cittadino esemplare. Lancio un appello agli amici del Nuovo centrodestra: uniamoci, non pensiamo agli egoismi di partito».

«Se penso che oggi non siamo tutti insieme», ha fatto notare durante il suo intervento il responsabile per l’Abruzzo di Fratelli d’Italia-An Roberto Petri, «è perché qualcuno ha perso il senso della misura, dell’equilibrio, quando invece occorre cercare l’unità per vincere». Poi, ha preso la parola il leader di Pescara futura Carlo Masci. «Luigi Albore Mascia sarà il nostro sindaco per i prossimi cinque anni», ha osservato, «oggi sono con lui e ci sono stato per 5 anni, perché è una persona onesta che ha fatto più di quanto sia stato fatto negli ultimi 20 anni. Questa amministrazione ha fatto cose che resteranno nella storia». Infine, l’intervento di Mascia a chiusura della convention. Ha cominciato il discorso rivelando una curiosità. «Ho scelto di indossare la cravatta rossa di Brioni», ha spiegato, «la stessa che avevo 5 anni fa, quando lessi le Linee programmatiche del mio mandato di sindaco. Questa è la terza candidatura. Nel giugno 2009, sono arrivato in un momento in cui la città era stata offuscata da chi ci aveva preceduto. Dopo 15 giorni dall’elezione ho ricevuto la prima sorpresa, 14 milioni di debiti con l’Enel. Oggi quando leggo che stiamo facendo cantieri elettorali m’inc...o, perché quei cantieri sono il frutto del lavoro di 5 anni. Un lavoro che voglio continuare». «Non vorrei che l’amico Guerino», ha concluso, «si sia fatto condizionare da chi gli sta accanto, da una forza politica, Ncd, che non si è mai misurata. Quanto vale il 3-4 per cento? Se Guerino riflettesse meglio, il suo ritorno nella coalizione non sarebbe un passo indietro. Noi lo aspettiamo».

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