Pescara, la Teodoro in giunta: parla la baby assessore tutta "politica e Guns N’ Roses..."

Veronica, figlia di Gianni Teodoro, risponde alle polemiche sulla sua presenza nella squadra del sindaco Alessandrini: lasciatemi il tempo e la possibilità per smentire tutte le critiche, quelle dei coetanei mi hanno fatto male

PESCARA. La prima cosa che ha imparato il baby assessore Veronica Teodoro, a meno di 48 ore dal suo ingresso nella giunta guidata dal sindaco Marco Alessandrini, è farsi scivolare da dosso le critiche più feroci, evitare di rispondere alle frecciate scagliate dai suoi coetanei e non curarsi dei giudizi sprezzanti sulla storia politica della sua famiglia, sull’inesperienza e sulla giovane età.

La studentessa 19enne, figlia dell’ex consigliere comunale Gianni Teodoro, si dice «dispiaciuta per le polemiche», invita i cittadini a lasciarle «il tempo e la possibilità di smentirli» e consiglia ai giovani di contattarla «per proporre idee e progetti per Pescara».

A meno di 20 anni è l’assessore più giovane d’Italia, studia Giurisprudenza e sogna di diventare magistrato. Ci racconti qualcosa in più su di lei.

«Sono una ragazza come tante altre. I miei interessi sono gli stessi dei miei coetanei: mi piacciono gli animali e ho praticato equitazione, amo la musica rock e metal e i Guns N’Roses. Faccio volontariato, mi sono diplomata al liceo classico D’Annunzio e vivo a Bologna da un anno. Il mio sogno nel cassetto è una carriera in magistratura, ma anche la professione di avvocato non mi dispiacerebbe. E’ un percorso difficile, ma ho sempre avuto le idee chiare fin da bambina. Mi ispiro a Falcone e Borsellino poiché ammiro tantissimo chi è disposto a sacrificare la vita per lo Stato. L’ultimo libro che ho letto è “Assedio alla toga” di Nino Di Matteo».

In campo politico invece quali sono i suoi punti di riferimento?

«Innanzitutto Matteo Renzi, per la sua giovane età e poiché rispecchia quel rinnovamento di cui oggi tanto si parla. Un altro esempio positivo è il ministro Maria Elena Boschi che ha 33 anni e fa l’avvocato. Peccato non averla conosciuta quando è venuta a Pescara».

Come concilierà lo studio con gli impegni amministrativi?

«Non sarà semplice. Sto valutando l’ipotesi di trasferirmi da Bologna a Teramo, anche perché il primo anno lontano da casa, dalla famiglia e dagli amici non è stato facile. Ma questa, per ora, è solo un’idea. Non voglio abbandonare né trascurare l’università. Ho fatto alcuni esami, Istituzioni di diritto romano e Diritto costituzionale, adesso sto preparando Diritto privato. Ho la media del 25 e punto ad aumentarla, anche se l’attività di assessore prenderà la maggior parte del mio tempo».

In seguito alla sua nomina si è scatenata una pioggia di polemiche, specie sui social network. Come ha reagito?

«Mi è dispiaciuto molto soprattutto leggere i commenti negativi dei ragazzi della mia età. Ma sapevo a cosa sarei andata incontro una volta accettate le deleghe, ero preparata. Sono l’assessore di tutti e vorrei e chiedo ai cittadini di lasciarmi il tempo e la possibilità per smentire tutte le critiche che mi sono piovute addosso».

Sente il peso della storia politica della sua famiglia?

«Nessun peso: sono orgogliosa del cognome che porto. Sono stati scritti dei commenti molto aspri anche sul mio profilo Facebook, ma non ho risposto. Vorrei che la gente mi giudicasse per quello che farò e non perché sono la figlia di…».

Nelle sue scelte amministrative si farà consigliare da suo padre?

«Mio padre mi sta spronando tantissimo e mi ha invitato a studiare per rendermi conto di tutto quello che c’è da fare per il bene della città. Farò del mio meglio, ma agirò in autonomia, anche se mi servirà l’aiuto dei più esperti. Non solo mio padre, ma soprattutto il sindaco e i colleghi della coalizione».

Che messaggio vuole dare ai giovani di Pescara?

«Dico ai miei coetanei di venirmi a trovare in Comune e contattarmi per portarmi le loro idee e i loro progetti. C’è bisogno dell’aiuto di tutti per fare qualcosa di utile. Un’idea che appoggio è la realizzazione di un centro di aggregazione giovanile: un luogo dove incontrarsi e discutere che ancora manca nella nostra città».

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