Pescara, lite per la luce finisce a coltellate

Via Caduti per Servizio, residente colpisce un rom alla mano: voleva tenere le scale del palazzo al buio

PESCARA. È finita con una coltellata sferrata a una mano una lite scoppiata ieri sera intorno alle 21 in via Caduti per Servizio, a Fontanelle. È successo al civico numero 35, circondato da 7 auto della polizia in un pugno di minuti. Il motivo è nella luce delle scale: accesa o spenta? Secondo un rom di 62 anni, l’accoltellato, le scale dovevano rimanere al buio mentre per l’altro residente, che all’apice della lite avrebbe estratto il coltello, la luce doveva essere accesa. Di qui, è cominciata la litigata e i 2 hanno cominciato ad affrontarsi: prima il rom avrebbe fatto cadere a terra anche la suocera del residente, poi, avrebbe tirato un pugno in faccia al rivale. È qui che è spuntato un coltello che finora non è stato ancora trovato. Sono andati avanti fino a notte fonda i controlli della polizia: gli agenti, guidati dal capo della Volante Alessandro Di Blasio, hanno sentito diversi testimoni.

Di solito, a Fontanelle, tante luci condominiali delle case popolari restano spente: secondo gli investigatori, spesso accade per non intralciare lo spaccio di droga.

I protagonisti della lite sono finiti all’ospedale: non sono gravi. Il rom ha un taglio alla mano mentre l’altro residente ha un occhio gonfio.

«I nostri attivisti presenti sul posto sono allarmati. La situazione è ormai degenerata», questa la prima reazione dell’associazione Codici all’ultimo fatto di cronaca.

La lite di ieri sera, infatti, è l’epilogo di un’altra giornata di illegalità denunciata sempre da Codici: «Ci avevano promesso di non far rientrare più gli sfrattati, dopo dieci anni per la prima volta avevamo scoperto come si vive in un condominio civile senza occupanti pluripregiudicati, e oggi siamo a punto e a capo, sono rientrati e già siamo ostaggio dei loro soprusi e delle loro attività illecite», ha detto tra le lacrime una donna incinta a Domenico Pettinari, segretario dell’associazione.

«A seguito della telefonata», racconta Pettinari, «ho subito contattato i vertici delle forze dell’ordine e il direttore dell’Ater proprietario dell’immobile, ma le forze dell’ordine giunte sul posto non hanno allontanato gli abusivi. Visto che l’esperienza ci dice che adesso ci vogliono anche sette anni per liberare quell’alloggio, mi chiedo perché questa volta, come tante altre volte, essendo giunti sul posto ed essendovi la flagranza del reato le forze di polizia non hanno allontanato coattivamente gli occupanti pur sapendo che persa l’occasione dell’allontanamento in flagranza di reato bisognava sottostare ad una procedura lunghissima per poterli allontanare in seguito?».

In via Rigopiano al contrario è stato effettuato uno sgombero a tempo di record, come riferisce il presidente della Sicurezza del Territorio, Armando Foschi. Una coppia di stranieri, moglie e marito, sono penetrati in un alloggio murato e, peraltro, inagibile, evacuato dopo un incendio che, un anno fa, aveva carbonizzato il solaio. Ad accorgersi della loro presenza sono stati gli altri residenti dell’immobile, che, dopo aver allertato le forze dell’ordine e i vigili del fuoco, sono intervenuti per cacciare i due entrati forzosamente di notte.

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