Pescara, mancato dragaggio: nasce il comitato Insieme per il porto

Nel gruppo ci sono sindacati e associazioni di categoria. Intanto i pescatori si mobilitano contro il piano regolatore

PESCARA. Richiamare l'attenzione sul problema del porto e attivare forme di protesta se il dragaggionon arriverà a breve. É nato con questo obiettivo il comitato "Insieme per il porto", presentato ieri mattina nel presidio costituito davanti al mercato ittico, sul molo nord. Un sodalizio che vede protagonisti associazioni di categoria, sindacati, ed una rappresentanza della marineria pescarese. Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, insieme alle cooperative della pesca Bruno Sciarra e di facchinaggio per il mercato ittico Nuovo Progresso. L'intento è quello di sensibilizzare al problema del mancato dragaggio, anche attraverso l'esposizione delle foto di Rino D'Ostilio, che ricordano l'alluvione del 1992.

«Attiveremo una raccolta di firme», ha detto Ezio Ardizzi, «e poi le porteremo al Prefetto, affinchè possa lui attivare le procedure per far intervenire il Governo sulla questione». Nel frattempo, il presidente della Provincia Guerino Testa ha chiesto al Provveditore interregionale alle opere pubbliche, Donato Carlea, di intervenire tempestivamente nell'area del porto nell'area del molo Nord per rimuovere alghe e pattume, che si sono accumulati generando cattivo odore e creando una situazione a rischio del punto di vista igienico sanitario. «Lo scorso anno», ricorda Testa, «si era determinata una situazione identica ed ottenemmo i lavori di pulizia».

Intanto sul porto si agita lo spettro del nuovo piano regolatore, un’opera da 120 milioni di euro giunta alla fase delle osservazioni alla Valutazione ambientale strategica (Vas). «Con il nuovo porto si andranno ad alterare la darsena dei pescherecci, il bacino commerciale e il corso del fiume. Delle tre modifiche previste nel progetto, non ne va bene neppure una. Insomma, il nuovo piano regolatore del porto è una schifezza» dice Antonio Spina, l’ex portavoce del comitato Porto di Pescara che nel 2000 si era opposto con tutte le sue forze alla realizzazione della diga foranea prevedendo uno scenario che oggi è realtà, cioè l’insabbiamento del porto. «Se il piano dovesse essere approvato», rimarca Spina, «rappresenterebbe la tempesta perfetta per la città».

Marittimi e Wwf hanno studiato i documenti del piano messo a punto da Alberto Noli, Paolo Di Girolamo e Rosario Pavia. Ambientalisti e marineria respingonol’ipotesi di deviare il corso del fiume verso la diga foranea perché «la foce artificiale è contro natura», bocciano l’dea di portare a nord-ovest la darsena dei pescherecci, perché «per rientrare in porto i pescatori avrebbero sempre correnti e venti in senso opposto». Allo stesso tempo l’inedita alleanza ha detto no al bacino commerciale a sud-est, poiché «il problema dell’insabbiamento andrebbe ad aumentare» e alla nuova diga foranea. Wwf e marineria hanno dubbi anche sui costi. Per loro i 120 milioni di euro previsti per il nuovo Prp non basteranno. «Secondo gli esperti che abbiamo consultato», evidenziano Spina, Augusto De Sanctis del Wwf e il presidente dell’associazione Armatori Lucio Di Giovanni, «ce ne vorranno almeno il doppio».

Ylenia Gifuni

Paola M.S. Toro

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