Pescara, minaccia con la pistola i clienti del bar Berardo

Momenti di terrore nel locale di corso Umberto. Mulatto sui 40 anni grida: venite tutti fuori. Poi scappa

PESCARA. Prima ha infastidito due ragazzine di 15 anni e poi, all’intervento del padre di una delle due, ha preso a inveire contro di lui e contro chiunque tentasse di calmarlo fino a tirare fuori una pistola dal marsupio.

All’improvviso, davanti a tutti, nel gazebo del centralissimo bar pasticceria Berardo di corso Umberto.

Momenti di terrore, intorno alle 14,30 di ieri che si sono consumati tra i clienti e il personale del prestigioso locale da cui, di fronte a quel folle che con la pistola in pugno invitava tutti a uscire, sono state allertate immediatamente le forze dell’ordine.

Ma al loro arrivo, pochi minuti dopo, il giovane con la pistola era già fuggito verso il lungomare in sella alla bicicletta grigia con cui era arrivato di fronte al locale.

È dall’identikit e dalle testimonianze dei presenti, adesso, che è cominciata la caccia all’uomo da parte dei carabinieri che cercano un uomo con meno 40 anni, barbetta, sdentato, che ieri indossava una camicia a quadri larghi, bianca e azzurra, e un paio di jeans.

«Lui stesso si è definito di nazionalità marocchina», riferisce il papà di una delle due quindicenni importunate dal giovane che, chiedendo l’anonimato, ricostruisce con queste parole quegli attimi di terrore: «Con mia moglie, mia figlia e una sua amica intorno alle 14,30 siamo andati a prendere un gelato a Berardo. Io e mia moglie siamo entrati, le ragazze si sono invece attardate a legare le biciclette a un palo davanti al locale, sul lato di piazza Primo Maggio. Ma proprio mentre stavano facendo queste operazioni, si è avvicinato il giovane che in sella alla bicicletta ha iniziato a girargli intorno, prima proponendogli di fare a cambio di bicicletta e poi chiedendogli come si chiamavano. Ho visto subito che i toni erano insistenti e a quel punto sono intervenuto dicendo di lasciare stare le ragazze e di dire a me di che cosa avesse bisogno».

«Ma quello», prosegue il cittadino, commerciante della zona, «evidentemente sotto l’effetto di alcol o droga, comunque con un atteggiamento aggressivo e confuso, ha preso a inveire contro di me, dicendo che lui poteva stare lì quanto voleva, che voleva mangiare e che non potevamo cacciarlo. Il tutto urlando, al punto che anche il personale di Berardo è uscito cercando di calmarlo. Ma il giovane per tutta risposta è sceso dalla bici ed è piombato nel gazebo tirando fuori dal marsupio nero che aveva legato in vita, una pistola. «”Venite tutti fuori, tutti fuori”, si è messo a urlare», racconta ancora sconvolto il cittadino, «“Io marocchino, voi non volete noi”», ripeteva, per poi rimettere la pistola nel marsupio e scappare».

«Peraltro», fa notare il commerciante-testimone, «tra i clienti che hanno assistito alla scena c’è stato chi ha detto di averlo riconosciuto come l’uomo che aggredì un commerciante in corso Vittorio Emanuele».

«È tutto da verificare», conclude il suo racconto il testimone, «di certo è una persona che va bloccata perché quello che è successo è davvero troppo grave: non si può sventolare una pistola come se nulla fosse in un locale pubblico. Vera o finta che fosse, per noi era una pistola».

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