Pescara, padre uccide bimbo: il tribunale dei minori non sapeva dei disturbi psichici di Maravalle

Nelle pratiche di adozione di Maxim non c’è traccia dei problemi di cui era affetto da anni il padre adottivo

PESCARA. Dal fascicolo del Tribunale dei minori dell’Aquila sull’adozione del piccolo Maxim, il bimbo di 5 anni ucciso nei giorni scorsi a Pescara dal papà adottivo, Massimo Maravalle, di 47 anni, non emergerebbe nulla circa il disturbo psichiatrico di cui era affetto l’uomo da anni e per il quale era in cura. Il fascicolo che riguarda l’adozione del piccolo è stato recapitato oggi alla Procura della Repubblica di Pescara che sta coordinando le indagini, condotte dalla squadra mobile, sull’omicidio del bimbo. Nella notte, mentre dormiva nel suo letto, il papà adottivo lo ha soffocato, in preda ad un raptus, come lui ha ammesso poco dopo di fronte agli agenti della squadra volante.

Negli atti sull’adozione in possesso del Tribunale dei minori non ci sarebbero certificati che attestano la patologia dell’uomo, cioè un disturbo psichiatrico atipico che lo portava ad assumere dei farmaci. Emergerebbe invece che prima dell’adozione il bambino sarebbe stato tolto alla madre perchè ritenuta non idonea e rifiutato dal padre, che era separato dalla moglie. Mai nessuno della famiglia, contrariamente alle notizie circolate nei giorni scorsi e rimbalzate in Italia dalla Russia, avrebbe chiesto informazioni sul piccolo, che aveva due fratelli più grandi, di cui uno maggiorenne. Inoltre in più occasioni sarebbe stata proposta la sua adozione a cittadini russi ma mai nessuno avrebbe accolto il piccolo in casa. Il bimbo è arrivato in Italia nel 2012. Il pm che si sta occupando del caso è Andrea Papalia. Le indagini sono affidate alla squadra mobile, diretta da Pierfrancesco Muriana.

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