Pescara, perseguitata dal suo ex: "Nessuno interviene ad aiutarmi"

L’appello disperato di una donna di 43 anni: "Lui è fuori controllo, ho paura. L’ho già denunciato sei volte, ma il magistrato non prende provvedimenti"

PESCARA. «Uno che ti scrive “Dio ci ha uniti e noi finiremo insieme” che cosa vuol dire? Che mi tartassa di messaggi, 50 sms a notte da mesi, che viene a citofonare sotto casa, che sa gli orari delle attività pomeridiane dei figli e che ogni volta mi va ad aspettare là, che in più di un’occasione mi ha messo le mani addosso per strada... Che altro deve fare ancora, quest’uomo fuori controllo, per convincere il giudice a proteggere me e i miei figli?».

Lo sfogo è di una mamma di 43 anni che chiede l’anonimato proprio per proteggere i suoi ragazzi di 11 e 16 anni. Separata da tre dal marito dopo 17 anni insieme, la donna si rivolge al Centro dopo aver letto la storia di Ena, la mamma di Cepagatti sopravvissuta al rogo appiccato dall’ex compagno e in cui ha perso la vita la figlioletta di cinque anni. «Se ne parla sempre dopo, quando succedono le cose, tutti a chiedersi perché muoiono le donne. Ma fino a che succederà come sta accadendo a me, che sono sola nonostante sei denunce nei confronti del mio ex marito, queste cose continueranno».

Non si dà pace la donna che la prima denuncia l’ha presentata lo scorso dicembre, dopo essere stata aggredita dall’ex, e l’ultima due sere fa, per lo stesso motivo. «Non è un mostro», precisa, «semplicemente ha seri problemi e non vuole farsi aiutare. Ma io devo tutelare i miei figli, non posso farmi trascinare da una persona che è fuori controllo completamente. Va fermato per l’incolumità sua e per quella di tutti quanti. È un professionista noto, affermato, mi ero innamorata del suo cervello. Non rinnego nulla di quello che ho fatto con lui, a cominciare dai nostri figli. Ma non possono più rischiare, perché non è più lui. Per quello che fa e per quello che dice. Mai avrei pensato che una persona come lui mi mettesse le mani addosso. E invece è successo. Se lui non riesce a fermarsi lo faccio io. Per questo l’ho denunciato, con tanto di referti del pronto soccorso. Ma non succede niente. O meglio: è andato tutto bene in Questura, dove ho trovato totale disponibilità, ma poi tutto si è fermato sul tavolo del magistrato. Sono andata anche a parlarci, ma niente. Mi ha detto che ha due anni di tempo per indagare».

Nel frattempo, però, lei e i suoi figli vivono nel terrore. «Da due anni non mi paga gli alimenti, per sopravvivere ho venduto casa, vado a lavorare tutto il giorno e pure con il terrore che scopra dove sto. Perché verrebbe anche lì a farmi scenate con il rischio di ritrovarmi licenziata. La nostra vita è completamente condizionata da lui, che mi bombarda di messaggi. Da “voglio morire”, a “ti amo”, a “finiremo insieme”. Ma adesso non ce la faccio proprio più, sono stanca di vivere nella paura, di dovermi guardare intorno quando torno a casa, prima di uscire, di aspettare i messaggi delle amiche che mi dicono se è in zona. Proprio ieri ho evitato di portare mio figlio a fare attività perché sapevo che mi stava aspettando là. Non ne posso più, ma soprattutto devo proteggere i miei figli. A lui ho l’ho detto tante volte, “lascia un buon ricordo ai tuoi figli, e poi ripartirete da lì”, ma non ce la fa. Per questo va fermato. Le istituzioni devono fare il loro lavoro, ci devono tutelare. O non so come andrà a finire. Uno che mi bombarda di sms ogni notte, da mezzanotte alle quattro, è evidentemente fuori controllo. Eppure, dopo sei denunce, nessuno fa niente».

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