Pescara, porto di nuovo insabbiato: stop alle barche più grandi 

Ordinanza della Capitaneria: «Attenti ai fondali». D’Alfonso convoca un vertice

PESCARA. Scatta di nuovo l’emergenza per il porto di Pescara. I fondali si sono ridotti al punto tale fa mettere in pericolo la navigazione all’interno dello scalo marittimo. Per questo motivo, il comandante della Direzione marittima Enrico Moretti ha firmato un’ordinanza che, di fatto, avverte dei rischi le imbarcazioni più grandi in merito alla navigazione all’interno del porto canale e nella darsena.
OGGI IL VERTICE. Intanto, il segretario particolare del presidente della Regione Enzo Del Vecchio ha convocato per conto di Luciano D’Alfonso, nonostante la giornata di festa, una riunione per questa mattina, alle 10, per «analizzare», si legge nell’invito, «con estrema urgenza situazioni di forte e preoccupante criticità relative al porto di Pescara, segnalate con sollecitudine dai rappresentanti della marineria e di trovare insieme idonee soluzioni che possano respingere le attuali situazioni di incombente pericolo per cose e persone».

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Al vertice nella sede della Regione, in viale Bovio, sono stati invitati l’assessore alla pesca Dino Pepe, il presidente dell’Autorità sistema portuale Rodolfo Giampieri, il provveditore interregionale alle Opere marittime di Lazio, Abruzzo e Sardegna Vittorio Rapisarda Federico, il comandante della Direzione marittima Enrico Moretti, il direttore generale dell’Arta Francesco Chiavaroli, il direttore del dipartimento Politiche dello sviluppo rurale e della pesca della Regione Antonio Di Paolo, il direttore del dipartimento Opere pubbliche della Regione Emidio Primavera e il dirigente del servizio Opere marittime e acque marine della Regione Franco Gerardini.La prima cosa da esaminare sarà, probabilmente, la ripresa dei lavori di dragaggio, ora sospesi in attesa di svuotare le vasche temporanee del porto piene di sabbia. Operazione necessaria per poter depositare i sedimenti prelevati dai fondali del porto canale.
PESCATORI IN ALLARME. La marineria parla di situazione allarmante. I bassi fondali del porto hanno già causato seri problemi, nel corso della settimana appena conclusa, a tre pescherecci che rientravano in porto. Evidentemente, le mareggiate registrate nei giorni scorsi hanno contribuito ad incrementare il fenomeno dell’insabbiamento dello scalo marittimo.
MISURAZIONI DEI FONDALI. La Capitaneria di porto ha provveduto nei giorni scorsi ad effettuare dei rilievi batimetrici all’interno del porto canale e nella darsena.
Ci sono dei punti dove i fondali raggiungono addirittura 2,3-2,4 metri, ossia un’altezza talmente ridotta da rendere difficile la navigazione anche alle imbarcazioni più piccole.
Al centro del canale, invece, i fondali variano da 2,4 a 5,3 metri.
L’ORDINANZA. Da qui, la decisione del comandante della Direzione marittima di emanare subito un’ordinanza. Ecco cosa c’è scritto.
«All’interno del porto canale e nella darsena commerciale di Pescara», si legge, «la navigazione potrà essere effettuata unicamente con unità aventi pescaggio compatibile con le batimetrie indicate nello stralcio planimetrico allegato alla presente ordinanza che costituisce, comunque, solo un riferimento indicativo».
«I comandanti delle unità in ingresso/uscita nel porto di Pescara», fa presente l’ordinanza, «dovranno comunque valutare, secondo i canoni dell’arte marinaresca, in relazione alla situazione batimetrica e agli spazi di manovra ed evoluzione del porto, al pescaggio, alle caratteristiche dimensionali, evolutive e di manovra della propria unità, alle condizioni meteomarine in atto e previste, se impegnare lo stesso. Nel caso valutino che tale manovra possa compromettere la sicurezza dell’unità e mettere in pericolo il proprio equipaggio, dovranno dirigere verso altri porti, o per l’ancoraggio in rada se in ingresso, ovvero se destinati all’uscita, dovranno attendere all’ormeggio il manifestarsi delle condizioni di sicurezza necessarie all’effettuazione della manovra». «I trasgressori delle disposizioni della presente ordinanza», conclude il provvedimento, «oltre ad essere civilmente e penalmente responsabili dei danni che potrebbero derivare a persone e/o a cose, incorreranno, sempre che il fatto non costituisca diverso o più grave reato, nelle sanzioni previste dalla vigente normativa».
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