Pescara, prof molesta una 12enne: non potrà più insegnare

Abbraccia una studentessa di scuola media e le invia sms: supplente di Chieti interdetto per sempre dall’insegnamento

PESCARA. Condannato a due anni di reclusione, pena sospesa, con l’interdizione perpetua dall’insegnamento. È la pena inflitta dal giudice Antonella Di Carlo a un professore di 36 anni di Chieti ritenuto responsabile di atti sessuali tentati e continuati nei confronti di una sua alunna minorenne, di appena 12 anni. Tutto sarebbe avvenuto tra dicembre 2014 e gennaio 2015 in una scuola dove l’uomo ha effettuato delle supplenze.

Il rapporto non sarebbe stato quello classico, d’obbligo, tra l’insegnante e la sua alunna, poco più che bambina. Ci sarebbero stati dei messaggi, attraverso il cellulare e il tablet, forse anche un appuntamento prima fissato e poi saltato e un abbraccio, nei locali della scuola. Volti e nomi di questa storia, che appare assurda e incomprensibile, restano coperti dal segreto, a tutela della minorenne, che si è trovata un rapporto troppo più grande di lei, con un uomo che poteva essere suo padre e che avrebbe dovuto mantenere le distanze.

A capire che stava accadendo qualcosa sono stati i genitori della dodicenne che verosimilmente hanno guardato tra le sue cose nel tentativo di andare a fondo. Avrebbero curiosato sul suo telefonino e sul computer, per capire e scoprire perché stesse cambiando. Così avrebbero scoperto la verità. Avrebbero letto quei messaggini, dopodiché si sono rivolti alla scuola e anche alla polizia, per fermare tutto e accertare le responsabilità dell’uomo, entrato improvvisamente nella vita della ragazzina con molestie che mai nessuno avrebbe immaginato da parte di un professore. Sono scattate le indagini per capire cosa stesse accadendo dentro e fuori la scuola, per ricostruire i fatti, far emergere come e quanto si fosse spinto oltre l’insegnante e definire il rapporto instaurato con la dodicenne che da quel momento è stata protetta in tutti i modi.

Due giorni fa è arrivata la condanna ma la vicenda non si chiuderà qui, sul fronte giudiziario, perché il difensore dell’insegnante, Dario Marrocco, annuncia che presenterà ricorso, ritenendo l’uomo innocente. In sede di rito abbreviato, chiesto proprio dal 36enne che però è rimasto muto, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a tre anni e sei mesi, con le pene accessorie, mentre il legale dell’insegnante ha tentato di smorzare i toni della vicenda, essendo convinto che il suo assistito non sia colpevole. In aula Marrocco ha sostenuto la tesi che il rapporto tra i due non sia stato a senso unico ma che ci sarebbe stata una complicità sentimentale, con il coinvolgimento di entrambi, che il reato è stato tentato e non consumato e che i messaggi non avevano la valenza che è stata ipotizzata dal pubblico ministero.

Proprio l’esame di quei messaggi quotidiani, l’emergere di quell’abbraccio negli spazi della scuola, avrebbe consentito di definire le responsabilità dell’uomo, arrivando alla condanna e all’allontanamento dalla professione che, se confermato, lo terrà fuori dalle scuole, evitandogli di instaurare rapporti malati con altre ragazzine.

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