Pescara, resterà paralizzato il 40enne ubriaco caduto dal terzo piano

Quarantenne si siede sulla balaustra del balcone, poi perde l’equilibrio e precipita. Inutile l’intervento chirurgico

PESCARA. L’ha tradito l’abitudine, la consuetudine interrotta questa volta da un movimento sbagliato, diverso da sempre, che gli ha fatto perdere l’equilibrio e precipitare dal terzo piano, dalla balaustra del balcone di casa dove era solito appollaiarsi dopo cena.

Da ieri notte un quarantenne di origini romene è paralizzato, in un letto d’ospedale del reparto di Chirurgia 3, dopo che a nulla è servito l’estremo intervento dei medici dell’ospedale pescarese di sanargli quella grave lesione midollare con un delicato intervento chirurgico. Un dramma tremendo per il quarantenne che manteneva la famiglia raccogliendo e rivendendo rame e che purtroppo, secondo quanto ricostruito dalla polizia intervenuta sul posto, in via Nora, spesso concludeva le sue giornate con una bottiglia di vino consumata proprio seduto sulla ringhiera del balconcino al terzo piano della casa popolare dove abita con la famiglia.

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Sarebbe stato proprio il suo stato di ubriachezza, ieri, poco dopo l’una di notte, a fargli perdere l’equilibrio e a farlo cadere giù, provocando un rumore sordo che ha richiamato l’attenzione della moglie che stava dormendo e degli altri connazionali che si sono precipitati fuori di casa, trovando l’uomo a terra, stravolto, dolorante, ma cosciente. Sul posto sono stati chiamati immediatamente i soccorsi, prima ancora i connazionali del romeno hanno chiamato il 113, chiedendo soccorsi urgente. Di lì a poco si sono precipitati anche i sanitari del 118 che hanno capito immediatamente la gravità della situazione. Una volta portato al pronto soccorso, i successivi accertamenti hanno subito rivelato la gravissima lesione midollare del giovane precipitato a terra di schiena, lesione per la quale hanno tentato in extremis un intervento chirurgico.

Ieri mattina, però, la triste notizia ai familiari che il loro congiunto non sarebbe tornato a camminare. Una scena drammatica, vissuta malissimo dalle donne di casa e accettata con silenziosa rassegnazione dagli uomini che da ieri, oltre ad avere meno braccia per lavorare, dovranno occuparsi di lui. Quarant’anni. (s.d.l.)

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