Antonio Ciferni, titolare della panetteria di via Chieti con Am, il commerciante senegalese (foto G. Lattanzio)

Pescara, senegalese rincorre e acciuffa il rapinatore 

Il giovane commerciante interviene con un amico e ferma il ladro: «Ho sentito le urla della commessa e sono scattato»

PESCARA. «Bravo, sei stato proprio bravo, ieri sera abbiamo visto tutto dalla finestra, complimenti per il tuo coraggio». In via Chieti “Am” è già un eroe. Il senegalese che in via Napoli ha messo su un negozio di prodotti artigianali martedì sera non ci ha pensato due volte a intervenire in difesa della commessa del panificio a pochi metri dal suo negozio, in via Chieti, che urlava spaventata dietro al ladro che l’aveva appena affrontata nel negozio, svuotandole la cassa.
«L’ho sentita urlare e ho pensato solo a difenderla», racconta il giovane che ai rischi corsi e alla paura non ci ha proprio pensato: «La dovevo proteggere a prescindere. Ci conosciamo da sette anni, abbiamo lavorato anche insieme, l’ho fatto d’istinto». E d’istinto il giovane, con l’amico colombiano che era con lui in quel momento, intorno alle 19,30 di martedì, ha inseguito e bloccato il ladro. Ma ne è nata una colluttazione con quel giovane che nel tentativo di sfuggire alla presa dei due ha preso a morsi la mano del sudamericano, poi finito in ospedale per i controlli del caso. Ma alla fine hanno vinto i due soccorritori che hanno tenuto bloccato il ladro, dopo quel morso trasformato in rapinatore, fino all’arrivo della Volante che dalla vicina questura di via Pesaro ci ha impiegato una manciata di minuti. E F.A., 32 anni, marocchino e già noto alle forze dell’ordine è stato arrestato per rapina, e denunciato per inottemperanza all’ordine del questore che lo scorso 24 agosto gli aveva intimato di lasciare il territorio nazionale. «L’ho ringraziato mille volte, ma appena si rimetterà anche il suo amico colombiano, gli ho già detto che li invito a cena», commenta riconoscente Antonio Ciferni, il titolare della panetteria di via Chieti presa di mira dal 32enne.

E pensare che fino a qualche minuto prima il titolare era nel negozio, come racconta lui stesso quando il ladro era entrato una prima volta. «Era entrato verso le 19 chiedendo i prezzi dei biscotti», riferisce Ciferni. «Io ero in laboratorio, la commessa nel negozio mi è venuta a chiedere un prezzo che non si ricordava e io sono uscito dal laboratorio, gli ho risposto direttamente. Lui ha ringraziato ed è uscito. Parlava male l’italiano, con giacca a vento e cappello era trasandato, mi è sembrato subito un po’ strano tanto che dopo che è uscito sono andato fuori dal negozio anche io per capire dove andasse. L’ho seguito con lo sguardo: si è fermato all’incrocio con via Pesaro a contare dei soldi spicci. Volevo capire che cosa stesse facendo e mi sono messo davanti al bar all’incrocio con via Napoli, a parlare con il mio amico senegalese che ha un negozio lì a due passi. E sempre osservandolo da lontano ho visto che il tipo si allontanava verso corso Vittorio Emanuele. A quel punto mi sono messo tranquillo, ho salutato la ragazza al negozio e me ne sono tornato a casa. La situazione sembrava tranquilla». E invece no.

Il tempo per la ragazza di andare sul retro del negozio per prendere le pizze in laboratorio e quando è tornata al bancone si è ritrovata davanti il giovane che prima che le aveva chiesto i prezzi dei biscotti. Ma stavolta, senza fare domande, è andato dritto alla cassa, aprendola e arraffando quello che c’era: 90 euro, l’incasso del pomeriggio. Faccia a faccia con il ladro, la ragazza ha iniziato a urlare terrorizzata mentre quello scappava. E le sue urla hanno richiamato l’attenzione di Am: «Sono scattato. Quando Antonio se ne va e lascia le ragazze in negozio non si sente mai sicuro, ma ci sono io. Sono allenato, ho giocato due anni a football americano a Pescara 3. L’ho rincorso senza pensarci». E adesso Am, che al giornale dà il soprannome e il cognome, «Sallpall», ma non il nome, è l’eroe del quartiere. «È stata una cosa bellissima da parte sua», lo ringrazia Ciferni, «una bella storia di vicinato e solidarietà».