Pescara si mobilita contro la petrolizzazione / Video

La giunta ha approvato una delibera ed ha predisposto le osservazioni, dando un parere negativo, da inviare al ministero dell'Ambiente, per quanto riguarda l'istanza di idrocarburi denominata Elsa 2

PESCARA. Il Comune di Pescara dice «no» alla petrolizzazione al largo della costa abruzzese e pescarese: la Giunta ha infatti approvato una delibera ed ha predisposto le osservazioni, dando un parere negativo, da inviare al ministero dell'Ambiente, per quanto riguarda l'istanza di idrocarburi denominata Elsa 2. Si tratta di una piattaforma che l'irlandese Petroceltic vorrebbe realizzare in Adriatico a circa 7 km dalla costa abruzzese, tra Francavilla al Mare e Ortona, a ridosso di tre riserve naturali regionali, Ripari di Giobbe, Punta dell'Acquabella e Lido Riccio. A fare il punto della situazione, in conferenza stampa, sono stati il sindaco, Marco Alessandrini, e l'assessore all'Ambiente Paola Marchegiani. Intanto, nel pomeriggio si svolgerà il Consiglio comunale straordinario aperto ai cittadini proprio per discutere della questione. Nella delibera il no viene motivato dalla mancanza di garanzie in merito al ciclo dei fanghi prodotti, alla capacità di fronteggiare eventuali incidenti da parte della società (sversamenti, fuoriuscite e collisioni), alla tutela dal rischio sismico a cui l'area è esposta.

«Posto che le trivellazioni non sono a impatto zero - si legge - occorre considerare l'effetto cumulativo di campi di produzione attivi per anni e non del singolo pozzo esplorativo; infine, non ci sono vantaggi nè royalties per la comunità esposta». «Siamo coloro che sulla costa vivono ciò che succede in mare - ha detto il sindaco -. Non amo gli approcci ideologici e cerco di essere pragmatico, facendo un'analisi costi-benefici: il territorio ci guadagna o ci perde? Abbiamo molte perplessità sul fatto che il territorio possa guadagnarci. La vocazione dell'Abruzzo è un'altra: è quella di “Regione verde d'Europa”. Sono molte le criticità delle piattaforme a largo. Si parla di uno sviluppo che non ci pare in linea con il nostro territorio e i cui benefici sono tutti da verificare. Bisogna mobilitarsi, tenere alta la guardia. Oggi lanceremo il nostro grido d'allarme». Alessandrini si è soffermato anche sullo 'Sblocca Italià, con i Comuni che «finiscono per essere un avamposto di frontiera. Il decreto - ha sottolineato - va nella direzione di bypassare i presidi territoriali, che vengono trasformati in distretto petrolifero senza avere un ruolo significativo».

Marchegiani ha ricordato i numeri del progetto: «4.700 metri di profondità a sette chilometri dalla costa, in una zona bellissima», ed ha sottolineato che «non esistono precauzioni su possibili danni ambientali. L'Adriatico è un mare chiuso - ha concluso - e qualsiasi danno può diventare impossibile da riparare. Contiamo sul grande sforzo del governatore Luciano D'Alfonso, che è già d'accordo con i sindaci degli altri comuni costieri interessati, a partire da Francavilla al Mare (Chieti), che domani darà un parere analogo al nostro».

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