Pescara, spunta altro amianto all'Ex Cofa: si allungano i tempi per la demolizione

Un nuovo sopralluogo con tecnici dell’Arta nell’ex mercato ortofrutticolo sulla riviera sud

PESCARA. Tempi più lunghi del previsto, per quanto riguarda la demolizione dell’ex Cofa, il mercato ortofrutticolo della riviera sud, in disuso, se si eccettuano alcuni appuntamenti culturali, dal 2004. Se infatti il presidente della giunta regionale, Luciano D’Alfonso, il mese scorso, aveva pronosticato «settimane» per l’inizio della demolizione, sulla strada dell’abbattimento della struttura ci si è messo, tra l’altro, la presenza rilevata dell’amianto dopo un sopralluogo dell’Arta, l’Azienda regionale per la tutela ambientale, che ha fatto seguito a quello dello stesso D’Alfonso del 20 giugno scorso. In sostanza, l’area dovrà essere bonificata e i costi per buttare giù schizzeranno su inevitabilmente. Costi di cui, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, sembra dovrà farsi carico il Comune di Pescara, perché dovrà essere Attiva, l’azienda che gestisce i rifiuti urbani, ad intervenire.

Il 10 luglio scorso, infatti, nel corso di un nuovo sopralluogo, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Rocco Carlucci, del distretto Chieti-Pescara dell’Arta, e Mauro Campanella, di quello di Teramo, è venuto fuori – ha fatto sapere la Regione attraverso un comunicato – che, «relativamente ai macchinari, i tecnici dell’Arta hanno rilevato che delle criticità sono concentrate nella sala macchine, dove occorrerà eseguire delle analisi preliminari ai liquidi presenti in alcune buche e al terreno».

Inoltre, hanno aggiunto gli esperti (che hanno indicato la necessità di smantellare i macchinari, le tubazioni di distribuzione e gli impianti elettrici prima della demolizione della struttura), «visionando la sala macchine», si è trovato che «nelle coibentazioni delle tubazioni e nei serbatoi, probabilmente», possa esserci «amianto». In più, «elementi contenenti amianto potrebbero emergere durante le demolizioni»; e, dunque, i tecnici hanno consigliato «di prevedere la presenza di una ditta specializzata in rimozione amianto durante la demolizioni». Ma attraverso fondi che dovrà trovare l’amministrazione comunale. «Per quanto riguarda i rifiuti presenti nell’area», scrive, infatti, sempre la Regione, «si ritiene debbano essere trattati come rifiuti solidi urbani e pertanto smaltiti attraverso l’azienda municipalizzata preposta».

In più, come ha segnalato Giuseppe Ferradini dell’Arta, «prima di un qualsiasi uso futuro dell’area, occorrerà provvedere ad un’indagine ambientale completa, in quanto la zona risulta a valle di un sito contaminato», cioé, specifica Ferradini, «l’area Di Properzio».

A tutto ciò, poi si dovrà aggiungere il costo relativo alla demolizione dei manufatti, di cui si occuperà, per una stima, il Servizio tecnico regionale dei Lavori pubblici.

Al sopralluogo del 10 luglio è poi seguito, negli uffici del Sevizio gestione patrimonio immobiliare, un tavolo tecnico per l’ultimazione della stima dei costi delle operazioni di demolizione, dal quale però non è emersa l’entità della spesa prevista. Quello che, però, l’incontro ha confermato è stata la necessità di una verifica della presenza di possibili materiali contenenti amianto prima di procedere alla demolizione, nonché la necessità di controlli sulle matrici ambientali da parte del Distretto provinciale dell’Arta di Chieti in fase esecutiva. Tutto, dunque, ancora in corso, anche in virtù del fatto che all’Arta è stata chiesta una stima dei costi di smaltimento anche per quella parte di amianto non visibile, ma che potrebbe essere presente nei materiali, e del fatto che si è reso necessario un nuovo sopralluogo, con la presenza dei Vigili del fuoco, per poter valutare de visu la consistenza volumetrica da abbattere.

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