Pescara, sul treno con due coltelli: panico tra i viaggiatori

Dopo la segnalazione telefonica la polizia fa irruzione su un Frecciabianca e ferma un 44enne in possesso di due pugnali con lame di 30 centimetri

PESCARA. È convinto di essere vittima di una faida familiare e sospetta che ci sia qualcuno pronto ad eliminarlo fisicamente. Vede nemici ovunque e ieri, nel pieno delle sue farneticazioni, ha segnalato al 113 la presenza al suo fianco di tre uomini, di cui uno armato, sulla carrozza numero 6 del treno Frecciabianca 9824. In realtà era lui ad avere due coltelli nella borsa, per cui è stato bloccato e denunciato ma nel frattempo è stato necessario bloccare il treno e controllarlo accuratamente.

L’uomo, un 44enne residente a Torino e partito in treno da Foggia, ha telefonato alla polizia alle 14.55 per lanciare l’allarme e qualche istante dopo è scattato il piano di emergenza che prevede l’evacuazione e la bonifica dei convogli, in casi simili.

Quando il Frecciabianca è arrivato a Pescara ad attenderlo c’erano il personale della polizia ferroviaria, diretto da Davide Zaccone, gli uomini di squadra Volante e Mobile e poco dopo è arrivato anche un equipaggio della Croce Rossa. La polizia ha provveduto a far svuotare il binario 3 e a liberare rapidamente le carrozze del treno a lunga percorrenza, per effettuare una bonifica alla ricerca di eventuali armi, non conoscendo il grado di attendibilità della segnalazione arrivata poco prima.

Nel corso del controllo gli agenti hanno rintracciato la persona che ha fatto quella chiamata di allarme e hanno individuato anche i due uomini che erano al suo fianco (non tre) scoprendo che non erano affatto armati. È stato sufficiente che il 44enne cominciasse a parlare per capire che qualcosa non andava perché ha raccontato una storia inverosimile. È stato accompagnato negli uffici della Polfer e nella sua borsa sono stati trovati due coltelli lunghi circa 30 centimetri di cui si sarebbe munito per difendersi da nemici non meglio identificati e quindi molto pericolosi. L’uomo ha riferito di aver trascorso la notte a combattere e ha parlato della necessità di essere scortato perché, nell’ambito di una faida familiare, qualcuno lo seguirebbe e vorrebbe farlo fuori. Ha aggiunto di essere fuggito dalla zona di Foggia, dove c’è una casa di famiglia, e di essere salito sul treno portandosi dietro effetti personali e capi di abbigliamento. È stato accompagnato in ospedale, per una consulenza in Psichiatria, e per lui l’avventura si è conclusa con una segnalazione all’autorità giudiziaria per procurato allarme e porto illegale di armi. Il treno è ripartito con 20 minuti di ritardo.

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