Pescara, Tasi quasi al massimo ma solo per la prima casa

Comune: allo studio l’aliquota al 2,5 per mille per la tassa sui servizi indivisibili. Pagheranno solo i possessori di abitazioni principali, esclusi gli altri immobili

PESCARA. La Tasi, la nuova tassa sui servizi indivisibili (polizia locale, manutenzione strade, pubblica illuminazione) che dovrà essere pagata come prima rata entro il prossimo 16 ottobre, rischia di costare cara ai pescaresi. Secondo indiscrezioni, ci sarebbe allo studio dei tecnici un piano per applicare l’aliquota al 2,5 per mille, cioè quasi al massimo consentito dalla legge, ma solo alle abitazioni principali. Verrebbero esclusi tutti gli altri immobili che continuerebbero a pagare l’Imu. Con questa operazione l’amministrazione comunale dovrebbe incassare oltre 10 milioni di euro. Si tratta, al momento, solo di un’ipotesi che, comunque, dovrà poi passare al vaglio del consiglio comunale. Fatto sta che i tecnici del servizio Tributi sono al lavoro già da diversi giorni per preparare il regolamento della Iuc (Imposta unica comunale) che contiene al suo interno la Tasi, l’Imu e la Tari, cioè la nuova tassa sui rifiuti anche questa in vigore da quest’anno.

L’obiettivo è fare presto, perché le scadenze per i pagamenti si avvicinano e poi bisogna stilare il bilancio di previsione di quest’anno che non è stato ancora approvato. All’esame dei tecnici del Comune c’è anche la Tari, per la quale si prevede una rimodulazione di tutte, o quasi, le tariffe fissate l’anno scorso con la Tares. In sostanza, dovrebbe versare di meno chi lo scorso anno ha pagato di più e viceversa.

Ma la tassa che forse preoccupa di più i contribuenti è la Tasi, perché è in questa imposta che potrebbe annidarsi la vera stangata. Il governo ha dato la possibilità ai Comuni di poter scegliere le aliquote all’interno di un range, che varia dall’uno per mille al 3,3 per mille. Il 3,3 per mille, però, può essere applicato solo dagli enti che prevedono detrazioni per particolari categorie. Il 2,5 per mille sarebbe quindi vicina al massimo, ma verrebbe applicata solo ai contribuenti titolari di abitazioni principali che non pagano l’Imu. I possessori degli altri immobili, diversi dalle abitazioni principali, che già versano l’Imu, verrebbero esclusi. Un’altra cosa da decidere sono le percentuali del tributo, a carico dei detentori degli immobili e dei proprietari. Ad esempio, per una casa in affitto, il locatario pagherà una percentuale variabile tra il 10 e il 30 per cento dell’imposta; il proprietario, tra il 70 e il 90 per cento. Ricordiamo che l’importo della Tasi si determinerà come l’Imu. Alla rendita catastale, maggiorata del 5 per cento, andrà applicato un moltiplicatore, che per le prime case è pari a 160. Poi, si procederà al calcolo dell’imposta con l’aliquota di riferimento e le eventuali detrazioni.

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