la stangata

Pescara, tasse al massimo per dieci anni

Il consiglio approva il Piano di riequilibrio, aumenti e tagli alle spese per risanare i conti del Comune: i pescaresi avranno le tariffe più care fino al 2025

PESCARA. Tasse al massimo, tariffe più care, tagli energici alle spese. La stangata per i cittadini è servita. È contenuta nel Piano di riequilibrio finanziario, ossia il documento che l’amministrazione comunale invierà prossimamente al ministero dell’Interno e alla Corte dei conti per ottenere il via libera all’adozione della procedura di predissesto, considerata necessaria per poter risanare i conti in profondo rosso dell’ente. Ieri, dopo una maratona di tre giorni, il consiglio ha approvato, con i voti della sola maggioranza, il Piano che contiene le indicazioni delle misure da adottare da qui ai prossimi dieci anni.

Sono previsti altri sacrifici per i cittadini. Innanzitutto le imposte locali, come Imu, Tasi e addizionale Irpef, già aumentate al massimo alla fine dell’anno scorso, non verranno ridotte sino a quando il Comune non sistemerà i suoi conti. Le aliquote al massimo, quindi, potrebbero rimanere per dieci anni, cioè sino al termine del risanamento.

Dal primo aprile aumenteranno anche le tariffe degli impianti sportivi. Buone notizie, invece, per la tassa sui rifiuti. L’amministrazione comunale, grazie al taglio alle spese della municipalizzata Attiva per un milione di euro, è riuscita a ridurre in media del 7 per cento le tariffe della Tari per quest’anno.Gli altri sacrifici arriveranno dai tagli alle spese.

L’ente ha ridotto al minimo gli interventi per la manutenzione perché non ha più soldi. Mancano anche i fondi per le opere pubbliche, a parte quelle già finanziate, come il Ponte nuovo.

In compenso il Comune, se riceverà il via libera al predissesto, potrà accedere a un fondo di rotazione, cioè a un prestito a tasso zero dello Stato, pari a 33.480.299 euro, che servirà per pagare i debiti.

«Questo prestito», ha spiegato l’assessore al bilancio Bruna Sammassimo, «sarà restituito in dieci anni».

Dure critiche dall’opposizione, che ha contestato sin dal primo momento l’intenzione di ricorrere al predissesto. «Siamo arrivati alla fine di una fiction cominciata a luglio, quando il centrosinistra ha accusato Mascia di aver lasciato un mare di debiti», ha detto Carlo Masci (Pescara futura), «poi, è venuto fuori il contrario, cioè che i debiti derivano da entrate non riscosse negli ultimi 30 anni». «Abbiamo scoperto», ha aggiunto Guerino Testa (Ncd), «che 15 dei 25 milioni di debiti sono stati lasciati nel periodo 2003-2008, quando c’era il sindaco D’Alfonso». La capogruppo del Movimento 5 Stelle Enrica Sabatini ha raccontato in aula una favola di Andersen per criticare l’amministrazione. «Questo Piano è come l’abito invisibile che il sarto furbo fa finta di aver creato per compiacere il proprio re», ha affermato, «si vuole disegnare un qualcosa che possa coprire quello che tutti fanno finta di non vedere, ossia che il re è nudo. Le responsabilità di questo dissesto sono davanti agli occhi di tutti e non esiste abito che possa nasconderle».

Durante il consiglio, sono stati approvati anche alcuni emendamenti. Tra questi, quello di Forza Italia per informatizzare le prenotazioni agli impianti sportivi. Un ordine del giorno di Masci, primo firmatario, invece invita a salvaguardare i posti di lavoro di Pescara parcheggi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA