il progetto diabolico

Pescara, tenta di uccidere il marito insieme al figlio: "Allontanata da casa, voleva vendicarsi"

Questo il movente che avrebbe mosso Daniela Lo Russo e Michele Gruosso, accusati dai carabinieri di aver fatto picchiare e poi avvelenato con il Coumadin (un anticoagulante) e l'En (uno psicofarmaco) l'imprenditore finito per ben sei volte al pronto soccorso per gli improvvisi sanguinamenti. AI domiciliari il giovane assoldato per picchiare la vittima, ricercato il complice. Le indagini partite da una denuncia per tentato stupro

PESCARA. Sei accessi al pronto soccorso per strani e improvvisi sanguinamenti (dallo scorso marzo) fino al recente ricovero nel reparto di Ematologia di Pescara dove l’uomo, piccolo imprenditore edile di Pianella, 52 anni, vedovo, è finito per quegli sballatissimi valori del sangue. Alla fine i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Pescara diretti dal tenente Antonio Di Dalmazi, con gli specialisti del Nas diretti dal luogotenente Placido Abbatantuoni, sono riusciti a scoprire che l’uomo era vittima di un progetto di morte architettato, secondo l’accusa, dalla moglie di 42 anni e dal figlio di lei. Nelle registrazioni compare anche la figlia minorenne che la diabolica coniuge ha avuto, come il figlio, in un precedente rapporto

Un farmaco per ucciderlo: arrestati compagna e figlio
I carabinieri di Pescara hanno arrestato Daniela Lo Russo e il figlio Michele Gruosso: sono accusati di tentato omicidio per aver architettato un piano per uccidere il compagno di lei. L'uomo, dopo essere stato ferito in un'aggressione, è stato sottoposto a una cura di Coumadin, un potente anticoagulante, ed è finito più volte in ospedale per le emorragie.

Un piano che, alla somministrazione occulta di dosi massicce di Coumadin (farmaco che veniva reperito in farmacia attraverso la falsificazione delle ricette mediche) per rendergli il sangue più fluido e dunque sottoporlo al rischio di emorragie, insieme all'En (uno psicofarmaco) avrebbero abbinato un’aggressione con mazze da baseball sotto casa, la sera del 10 luglio, per procurargli lesioni interne che, con il Coumadin, lo avrebbero portato a morte sicura. In una corsa contro il tempo, sabato i carabinieri hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio della donna, Daniela Lo Russo, 42 anni, originaria di Barletta ma da tempo residente a Pescara, a Colle Pineta; del figlio di lei Michele Gruosso, 22 anni, anche lui di Pescara ma residente con la compagna a Spoltore, e di uno dei due aggressori finito invece ai domiciliari: Moscquera Zabala Edwin Andrei, che deve rispondere invece solo dell’aggressione. Individuato ma ancora ricercato il secondo picchiatore. Il pm è Rosangela Di Stefano, il gip Sarandrea. Domenica tutti i dettagli sono stati forniti in conferenza stampa anche alla presenza del  comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Paolo Piccinelli.

Il presunto movente, secondo gli investigatori, sarebbe legato a dissidi interni alla coppia più che a questioni di carattere economico. In particolare, il risentimento della donna sarebbe legato alla mancata accettazione di lei e dei suoi figli da parte della famiglia di origine di lui. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni, il Coumadin, somministrato a botte di 3-5 pasticche alla volta, sarebbe stato sciolto in bottiglie di integratori, tipo Gatorade, che la donna faceva bere al compagno anche durante il ricovero ospedaliero. Decisiva anche l’intuizione del primario di Ematologia, dottor Paolo Di Bartolomeo, che di fronte a quei valori del sangue, con i livelli di coagulazione scesi al 23 per cento, ha fatto analizzare un campione dal centro antiveleni di Pavia. Ed è emerso che l’uomo era imbottito di Coumadin e tranquillanti del tipo En. Domenica mattina, mentre la moglie era già in carcere, lui è stato dimesso dall’ospedale. Ma come sono arrivati gli inquirenti a indagare su questa vicenda? Quando Daniela Lo Russo alla fine di giugno subisce un'aggressione lungo la Bonifica. E' lei la donna legata e imbavagliata che denuncia un tentativo di stupro ed è proprio per rintracciare i presunti aggressori che i carabinieri le mettono il telefono sotto controllo. La donna ha alle spalle vicende legate a una presunta truffa che gli investigatori ipotizzano legata a quell'assalto, ma quando iniziano ad ascoltare le sue telefonate la sentono parlare con il figlio di sciogliere qualcosa nei funghi e di sostituirli al pasto dell'ospedale. Inoltre lei chiede al figlio "Ma gli hai dato il Coumadin fuori?" con tre telefonate in cui si accerta che il figlio riporti il Gatorade a casa prima di portarlo in ospedale. I carabinieri escludono la pista economica, perchè il 52enne non naviga nell'oro. Propendono per il risentimento e la vendetta di madre e figlio nei confronti del figlio di lui, che gli avrebbe inibito l'accesso a casa con un "fuori lei o me ne vado io". E il padre ha scelto il figlio.

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