Pescara, una ditta di Roma vince l’appalto per il porto

Il dragaggio assegnato alla Sidra, Testa: Carlea faccia partire subito i lavori La marineria protesta: il fermo biologico dell’estate va anticipato a dicembre

PESCARA. L’appalto per il dragaggio del porto è stato affidato alla Sidra (Società italiana dragaggi) di Roma. La ditta ha spiazzato le altre 2 concorrenti e si è aggiudicata la gara con un ribasso del 22 per cento rispetto al prezzo base di 13 milioni di euro. I lavori al porto di Pescara costeranno complessivamente 10 milioni e 140 mila euro e, in base alle prime indiscrezioni filtrate in tarda sera, saranno portati a termine in meno di 3 mesi. L’impegno assunto dalla Sidra, di fronte al sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta e al provveditore alle Opere pubbliche Donato Carlea, è di terminare lo scavo, il trasporto e il trattamento in discarica di 200 mila metri cubi di materiali in 85 giorni al massimo. È ancora prestoper cantare vittoria tanto che il presidente della Provincia Guerino Testa ha commentato così: «Ora mi auguro che il Provveditorato proceda in brevissimo tempo alla consegna dei lavori».

Una buona notizia, comunque, per pescatori e armatori dopo le porte chiuse dei mesi scorsi e dopo l’ultima protesta andata in scena proprio nel pomeriggio di ieri, in contemporanea con l’apertura delle buste. Le poche indiscrezioni arrivate all’orecchio degli operatori del porto e la mancanza di una comunicazione ufficiale avevano convinto i marinai a presentarsi con striscioni, fischietti e campanacci all’Aurum, dove era in corso il Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio. «Italiani anche noi» e «Ridateci il porto» c’era scritto su alcuni striscioni mentre teneva banco il solito balletto tra i rappresentanti dello scalo chiuso, costretti a rimanere attraccati alla banchina anche a dicembre nei giorni delle festività natalizie, e i politici locali raccolti all’interno. «Vogliamo incontrare il presidente Gianni Chiodi», ha urlato a un certo punto Mimmo Grosso. Ma all’ultimo momento il governatore ha annullato l’appuntamento per «un inderogabile impegno istituzionale». I marinai allora si sono convinti a entrare e hanno esposto al presidente del consiglio regionale Nazario Pagano, al sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e Testa la loro proposta: «Anticipiamo il fermo biologico estivo ai mesi di dicembre, gennaio e febbraio», ha spiegato Grosso, «in questo modo anche noi potremmo contare sugli indennizzi economici e potremo uscire in mare a luglio e agosto, quando di norma è in vigore il fermo». «Dobbiamo fare un ulteriore sforzo», ha risposto Mascia, «ma tutto dipende dal ministero. Quella che si apre oggi è la parte psicologicamente più difficile, ma è anche quella della prospettiva perché siamo forse arrivati alla ‘coda’ della vicenda dragaggio. I prossimi 20-40 giorni saranno i più duri, innanzitutto perché si vede delusa un’aspettativa che la marineria aveva nutrito sino a oggi, ossia la possibilità di tornare in mare a dicembre, il mese migliore per recuperare un po’ del denaro perso. Oggi sappiamo che non è così e a questo punto l’ordinanza di blocco della pesca che scadrà il 3 dicembre andrà rinnovata».

Ylenia Gifuni

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