Pescara, vigili in sciopero dopo la sentenza Morosini Stop nel giorno dell'Ironman

Ultimatum al sindaco: no alla punizione o il 10 giugno braccia incrociate

PESCARA. I vigili urbani sono pronti ad incrociare le braccia il 10 giugno, se il sindaco Mascia non ritirerà il provvedimento preso nei confronti del maggiore Giorgio Mancinelli.

LA SOSPENSIONE.
Il vigile è ritenuto colpevole di aver lasciato l'auto di servizio parcheggiata all'ingresso della curva Maratona, nello stadio Adriatico, creando un ostacolo al passaggio dell'ambulanza attesa sul campo per i soccorsi al calciatore del Livorno Piermario Morosini, poi deceduto. Per questo motivo, la commissione disciplinare presieduta dal direttore generale del Comune, Stefano Ilari, ha disposto la sospensione di Mancinelli dal lavoro per sei mesi. Il vigile percepirà lo stipendio ridotto al 50 per cento del minimo tabellare. Si tratta del massimo previsto dal regolamento di disciplina del personale.

LA MINACCIA.
E ora, dopo l'ufficializzazione dello stato di agitazione, si profila lo sciopero dei vigili per il 10 giugno, giorno in cui in città è prevista la manifestazione Ironman, gara di triathlon. L'intero corpo contesta soprattutto la premessa che ha portato alla sospensione del collega. In particolare, il passaggio in cui non si riconosce alle polizie municipali il ruolo di forze di polizia. I vigili minacciano anche di riaprire le questioni sospese, come l'indennità di disagio per il servizio esterno che da 1 euro all'ora è sceso negli anni fino a 0,19 centesimi.

L'APPOGGIO DI MASCI.
«Non discuto la condanna al singolo, ma quella all'intero corpo di polizia municipale», afferma Carlo Masci, assessore regionale alla polizia locale, che contesta il dispositivo della commissione solo nella parte in cui non riconosce alle polizie municipali il ruolo di forze dell'ordine. «È questo che contestano i vigili», continua masci, «e io con loro. Una cosa è l'atto di un singolo e la conseguente condanna, un'altra è negare che le forze di polizia locale svolgano compiti ampi tra cui quelli di polizia stradale, giudiziaria, e ausiliari di pubblica sicurezza coordinati dalla questura». Masci annuncia che nel prossimo tavolo del comitato di sicurezza, verrà trattato proprio il tema del ruolo della polizia locale.

CONTESTAZIONI DAL PD.
I consiglieri comunali del Pd ritengono «opportuna e doverosa» l'assunzione di un provvedimento disciplinare nei confronti dell'ufficiale, ma contestano anche loro l'affermazione della commissione sul ruolo dei vigili. «Un'ipotesi», dicono, «che getterebbe nello scompiglio e nel rischio personale tutti gli agenti della Municipale». I consiglieri chiedono poi chiarimenti su chi siano i componenti del gruppo operativo di sicurezza, istituito ogni anno all'inizio della stagione calcistica dal prefetto, e su chi sia stato designato dal comandante dei vigili, Carlo Maggitti, come rappresentante.

LO SCATTO DI ORGOGLIO.
Scende in campo anche Armando Foschi, presidente della commissione sicurezza del territorio. «Un dipendente comunale, con la divisa, ma pur sempre dipendente comunale come altri 800», afferma, «ha commesso un errore nello svolgimento delle proprie mansioni, un errore che ha avuto implicazioni e conseguenze. Tutto il resto è un cavillo, la commissione disciplinare ha semplicemente valutato la posizione di quell'auto in sosta, punto. Il maggiore coinvolto, uno dei migliori, ha modi e tempi per difendersi se lo ritiene necessario. Ma proprio da lui oggi ci aspettiamo uno scatto di orgoglio e il coraggio di chiedere ai suoi stessi colleghi di non "usare" la sua vicenda personale per sollevare una polemica che rischia solo di danneggiare l'immagine del Corpo».

SOLIDARIETA' AL SINDACO.
Esprime invece piena solidarietà al sindaco e ad Ilari, Domenico Pettinari di Codici, centro per i diritti del cittadino. «Un comportamento di tale gravità», dice Pettinari, «avrebbe potuto condizionare gravemente la tutela di tutti gli utenti dello stadio qualora al posto dell'ambulanza sarebbe dovuto passare un mezzo dei vigili del fuoco per un incendio, e per questo non si può che sanzionare. Un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzione non può commettere tali errori e non incorrere nel massimo della pena prevista. Se così non fosse», conclude Pettinari, «domani potremmo avere tanti pubblici ufficiali che prima di compiere un atto del proprio ufficio non riflettano a sufficienza e non ci mettano quell'impegno richiesto per legge al dipendente pubblico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA