Pescarese in cima alla rete della pedopornografia

Arrestato 46enne della provincia: in casa aveva 1.500 video e 15mila immagini di violenze sessuali nei confronti di bambini che scambiava online con altri 13 personaggi denunciati in tutta Italia

PALERMO. E' stato trovato in possesso di un'enorme quantità di files con scene di violenze sessuali nei confronti di bambini, alcuni dei quali in tenera età. Per questi motivi un 46enne della provincia di Pescara è stato arrestato per pedopornografia e scambio in rete di materiali pedopornografici. Vi sarebbe lui in cima alla catena di contatti e collegamenti online ricostruita in un anno di indagini dalla polizia e che ha anche portato a tredici denunce nei confronti di soggetti che si sarebbero scambiati immagini e video pedopornografici. In particolare in casa del pescarese sono stati trovati 2mila video 1.500 dei quali a carattare pedornografico e 15mila immagini di violenze sessuali nei confronti di bambini.

Le indagini sono state condotte dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Palermo con il supporto dei compartimenti di Pescara, Milano, Torino, Bari, Genova, Venezia e Cagliari, coordinati del servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma, nell'ambito dell'attività della Polizia di Stato in collaborazione con le polizie e le agenzie straniere specializzate nella lotta al cybercrime, oltre che con Europol ed Interpol.

L'operazione inizia dallo scambio tra il Servizio Polizia postale e la Gendarmeria canadese di dati che, opportunamente sviluppati, hanno consentito di individuare e tracciare le connessioni telematiche utilizzate per lo scambio e la condivisione dei files da parte degli indagati. Le indagini informatiche, durate circa un anno, sono state poi integrate dai tradizionali accertamenti di polizia giudiziaria, come sopralluoghi, pedinamenti ed appostamenti, al fine di accertare le abitudini e le frequentazioni dei soggetti. L'autorità giudiziaria, sulla base degli elementi acquisiti, ha emesso decreti di perquisizione nei confronti degli indagati, effettuate anche all'estero, che hanno consentito di procedere al sequestro dell'ingente materiale pedopornografico.