Pescatori, la cassa integrazione erogata entro due settimane

L’annuncio durante una riunione alla Direzione marittima con lavoratori e armatori Boccata d’ossigeno per le famiglie dei marinai senza stipendi da mesi per il fermo e il porto chiuso

PESCARA. Sarà erogata dall’Inps nelle prossime due settimane la cassa integrazione in deroga per duecento pescatori fermi da gennaio scorso, prima per l’impraticabilità dei fondali del porto e poi, da luglio, per il fermo biologico. La decisione è stata ufficializzata ieri mattina, nel corso di un vertice nella sede della Direzione marittima, a cui hanno partecipato armatori, lavoratori e organizzazioni di categoria.

Una boccata d’ossigeno per le famiglie dei marinai che, a causa del mancato dragaggio, si trovano in una situazione drammatica, senza l’autorizzazione a lasciare la banchina e nell’impossibilità di pagare mutui, affitti e sostenere le spese ordinarie per la famiglia. Giovedì mattina, a Roma, c’è stato un nuovo incontro di carattere tecnico sulla delicata questione del dragaggio. Come rende noto il comandante della Direzione marittima Luciano Pozzolano, è emerso l’interesse di «grandi gruppi internazionali e raggruppamenti d’impresa». Mentre Giovanni Damiani, direttore tecnico dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta), rende noto che la prossima settimana, probabilmente entro mercoledì, saranno diffusi i risultati delle analisi dei sedimenti di tutto il sistema portuale. «È emersa la presenza di mercurio e altre sostanze», dice, «ma tutti i valori sono al di sotto dei limiti imposti dalla legge, per cui un rifiuto possa essere considerato pericoloso».

La cassa integrazione in deroga sarà concessa ai dipendenti in regola di tutte le imprese di pesca del capoluogo adriatico, così come previsto dal decreto che reca in calce la firma dei ministri Elsa Fornero e Vittorio Grilli. «È un atto dovuto, che presto sarà esteso anche alle marinerie di Ortona e Termoli», dice Pozzolano, competente per l’Abruzzo e per il Molise, «lo Stato ha messo sul tavolo 30 milioni di euro. Ora tocca agli enti previdenziali erogare i singoli contributi». L’entità dell’ammortizzatore sociale per ogni pescatore, fermo da 270 giorni, varia ora sulla scorta del contratto collettivo nazionale, in base all’inquadramento e alla presenza sui registri d’imbarco. «Non pensiamo», ammonisce Pozzolano, «che con gli ammortizzatori sociali si risolvano i problemi di un lavoratore. Certo, la cassa integrazione è un grande aiuto, ma non una soluzione definitiva».

Stesso discorso per la Coldiretti, impresa Pescara, presente ieri mattina alla riunione in Direzione marittima con il direttore regionale Simone Ciampoli, che già giovedì mattina aveva incontrato gli armatori pescaresi insieme al presidente nazionale di Impresa pesca Coldiretti Tonino Giardini. «Finalmente si è raggiunto un accordo che dà una boccata di ossigeno alle duecento famiglie dei dipendenti della marineria di Pescara senza stipendio da mesi», ha evidenziato Ciampoli.

Ylenia Gifuni

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